Alimentazione vuol dire salute, non solo nel senso classico che si attribuisce in genere a questa affermazione, ma anche rispetto alle aspettative che si possono avere circa la salute di una persona, nell’arco della sua intera vita.
Gli alimenti possono dialogare con il DNA, interagendo con i geni e favorendo, in negativo o in positivo, l’espressione degli stessi. In altre parole, alcuni alimenti possono favorire o prevenire, in determinate persone, specifiche malattie. Ecco perché si parla di medicina predittiva, ovvero di quel particolare tipo di pratica medica che si serve dell’ingegneria genetica per guardare in prospettiva e valutare, per ogni singola persona, quali potranno essere le malattie che potrebbero presentarsi in futuro.
Anche calibrando l’alimentazione (ma non solo) si può modificare il percorso di un organismo predisposto a sviluppare determinate patologie. Un piano alimentare “progettato” alla luce delle attuali conoscenze e degli strumenti tecnologici a disposizione della medicina deve tenere conto dei macro e dei micro-nutrienti da proporre al paziente o potenziale paziente e non deve assolutamente trascurare le molecole bioattive, necessarie per la modulazione degli enzimi detossificanti e la stimolazione del sistema immunitario.
I geni pro-infiammatori possono essere modulati proprio attraverso la selezione di principi attivi (in questa sede così definiti, per semplificare la comprensione) contenuti negli alimenti e attraverso l’inserimento/integrazione di quelle sostanze nella dieta quotidiana.
Non si fa prevenzione rispetto alle malattie croniche, ma anche a quelle tumorali o ad altre categorie di patologie, senza considerare le proprietà di ogni singolo alimento.
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Si tratta di sostanze contenute prevalentemente nei vegetali: alfa e beta carotene, licopene, polifenoli (come le antocianine e i flavonoli), luteina, metaboliti e glucosinolati. È ormai noto che tali sostanze possano favorire la salute delle cellule e dell’organismo nel suo complesso.
Le sostanze appena citate, cioè le molecole bioattive si trovano soprattutto nella frutta e nella verdura. Assumere regolarmente questi cibi significa aiutare l’organismo ad assorbire le molecole benefiche e favorire le funzioni degli organi.
Ricordiamo che quando i nutrizionisti parlano di porzioni di vegetali, da assumere giornalmente in numero di cinque, si riferiscono a una quantità di frutta e verdura corrispondente più o meno a 400/600 grammi. Se sembrano troppi, è perché evidentemente si segue una dieta povera di vegetali, o comunque si è poco abituati al loro consumo giornaliero.
In alcuni casi è preferibile mangiarli crudi, in modo che possano conservare tutte le loro proprietà. Tuttavia, nei famosi 400 grammi da assumere giornalmente possono, anzi devono rientrare le verdure cotte. Per intenderci, si raggiunge facilmente il peso di 400 o 600 grammi di frutta e verdura mangiando un frutto grande, due piccoli (partendo dalla colazione), un piatto scarso di bietola cotta, una spremuta d’arancia, un’insalata mista e delle cruditè, magari per accompagnare il secondo durante il pranzo. Ecco che le cinque porzioni sono rispettate, anche molto facilmente e con gusto.
Preferire, inoltre, i prodotti di stagione è sempre meglio. Da considerare anche l’acquisto regolare di verdura surgelata, soprattutto se non si ha il tempo di lavare e preparare quella fresca. Nel processo di surgelazione non si perdono le sostanze e le proprietà degli alimenti, anzi nel caso dei vegetali surgelati subito dopo la raccolta, le proprietà restano pressoché inalterate.
Per quel che riguarda le molecole bioattive, ogni specie vegetale ne contiene in proporzioni diverse a seconda della propria composizione genetica.
Queste sostanze, come i micronutrienti, sono importantissime. Hanno un elevato potere antiossidante e altre caratteristiche che entrano in gioco nella prevenzione di diverse categorie di malattie (tra le altre, quelle cardiovascolari, degenerative, tumorali).
Le vitamine sono micronutrienti indispensabili per la salute umana. Biolife ha ideato un nuovo integratore completamente vegetale, anche nel processo di produzione. Si tratta di Biolife Vitamin D3 K2 Vegan. La sostituzione del prodotto di origine animale rientra in una serie di scelte etiche da parte dell’azienda, che tra l’altro ha abbandonato la plastica in favore del vetro e sceglie esclusivamente materie prime che rispettino l’ambiente e gli animali.
La vitamina D serve a fissare il calcio nelle ossa, ma soprattutto è un vero e proprio ormone, importante nel controllo dell’infiammazione. È in grado di attivare correttamente il sistema immunitario, aiuta a prevenire il diabete, l’obesità e le malattie metaboliche e favorisce la salute del cuore, oltre che di altri organi.
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Un integratore molto importante per il sistema immunitario, soprattutto in questo momento dell’anno (cioè al riaffacciarsi delle malattie respiratorie di stagione), è la molecola NKlife AHCC®. Un integratore innovativo e soprattutto immediatamente biodisponibile, dalle numerose proprietà (antiossidanti, antitumorali, di stimolazione delle difese dell’organismo). Consultare il sito per conoscere nel dettaglio le caratteristiche di questi prodotti Biolife ed NKLife.