Il binge watching e le conseguenze della mancanza di sonno

Feb 17, 2023Nutraceutica Biolife
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La cattiva qualità del sonno dipende da tanti fattori, uno dei quali è senza dubbio l’esposizione a stimoli luminosi ed elettronici fino a tarda notte. Il fenomeno del binge watching è in crescita, stando alle ultime evidenze. Non stupisce, visto il numero sempre crescente di piattaforme che offrono la possibilità di “praticarlo”.

Che cos’è il binge watching

Con l’espressione binge watching ci si riferisce all’abitudine di dedicarsi a lunghe maratone “televisive”, soprattutto online. In particolare, la definizione si usa per identificare la visione senza sosta di più episodi della stessa serie o di più puntate dello stesso spettacolo.

Chi fa binge watching può decidere di guardare anche un’intera serie in streaming in un’unica volta, senza interruzioni tra un episodio e l’altro. Una vera e propria scorpacciata video. Alcuni utenti scelgono questa modalità di fruizione dei contenuti per avere la possibilità di commentare via social, prima degli altri, i contenuti visionati. Come tutti gli eccessi, anche le grandi abbuffate di fiction possono avere delle conseguenze sulla salute.

La ricerca scientifica sul tema è agli esordi

Gli studi condotti sull’argomento non sono sufficienti a stabilire di che genere di conseguenze si tratti, se la pratica abbia delle ripercussioni solo sulla quantità del sonno e non anche sulla qualità. In genere il binge watching occupa le ore serali. In realtà, esisterebbero anche dei vantaggi nel fruire dei contenuti secondo le modalità descritte.

Lo studio pubblicato sul Journal of Sleep Research

Lo scorso ottobre è stato pubblicato sul Journal of Sleep Research un articolo dal titolo ‘This is the last episode’:

the association between problematic binge-watching and loneliness, emotion regulation, and sleep-related factors in poor sleepers.

Sono i risultati di una ricerca condotta da un team di esperti guidato da Valentina Alfonsi, con l’obiettivo di studiare il binge watching, nelle sue implicazioni negative e in quelle di segno positivo. Due i gruppi di persone esaminate: buoni e cattivi dormitori.

Si può leggere una breve sintesi dello studio sul sito dell’AIMS (Associazione Italiana di Medicina del Sonno) - https://sonnomed.it/. In ogni caso, sulla base dei risultati della ricerca, si potrebbe affermare che esistono dei fattori predisponenti, soprattutto nei cattivi dormitori (cioè coloro che hanno difficoltà ad addormentarsi e a raggiungere una buona qualità del sonno), agli effetti potenzialmente negativi del binge watching.

Responsabile di potenziali danni alla salute sarebbe soprattutto l’utilizzo delle piattaforme di streaming di tipo massivo e/o finalizzato al fronteggiamento di emozioni negative.

I fattori potenzialmente predittivi, in merito agli aspetti disfunzionali sono la disregolazione emotiva e l’isolamento sociale. Tali elementi potrebbero innescare un processo negativo, in cui le conseguenze non buone sul sonno indurrebbero a usare le piattaforme e quindi i contenuti on line in maniera patologica, in modo continuativo, consolidando quindi l’abitudine del binge watching.

Altri fattori legati al binge watching (sempre secondo la recente ricerca)

  • Il sesso maschile (il genere sarebbe più esposto agli effetti secondari).
  • L’alcol.
  • La sonnolenza diurna.
Perché è essenziale dormire

È necessario dedicare al sonno 7-8 ore per notte. Alcuni hanno bisogno di più ore, altri possono dormire meno. Il sonno è essenziale per svariati motivi. Ne traggono beneficio anche il sistema nervoso, il cervello (che si rigenera), le difese immunitarie, l’apparato cardiovascolare. I benefici del sonno sono evidenti sulla memoria, nelle relazioni sociali, in una maggiore capacità dell’organismo di tenere alla larga alcune patologie, come le sindromi metaboliche e l’Alzheimer.

Alcuni dei fattori che inibiscono o compromettono il sonno di qualità (non in ordine di importanza)
  • L’uso dei dispositivi elettronici prima di andare a dormire.
  • Addormentarsi con il televisore acceso.
  • L’attività sportiva serale.
  • Il consumo di teina e caffeina nelle ore serali.
  • Il fumo e l’alcol.
  • Problemi respiratori e/o patologie cardiovascolari.

Il ruolo della Melatonina

Nell’uomo, l’ormone responsabile della regolazione del ritmo circadiano (sonno-veglia) è la melatonina. È prodotta dall’epifisi (o ghiandola pineale). È un ormone che svolge una funzione importantissima nell’organismo umano, ma si trova in ogni essere vivente.

Oltre a essere un vero e proprio orologio biologico e a essere responsabile della sincronizzazione ormonale, ha proprietà antiossidanti e ha un ruolo nel regolare le difese dell’organismo contro le malattie, poiché potenzia il sistema immunitario, accrescendo l’azione delle cellule Natural Killer. La melatonina influenza anche il metabolismo del calcio.

I livelli di melatonina diminuiscono con l’avanzare dell’età

In caso di insonnia (non patologica) e per mantenerci in salute possiamo integrare, attraverso l’assunzione di prodotti naturali, la quantità di melatonina presente nell’organismo. Dopo i trent’anni i livelli di questo ormone cominciano a calare; le variazioni sono ancora più evidenti nelle persone che utilizzano abitualmente computer, smartphone e altri dispositivi elettronici. Inoltre, siamo tutti più esposti ai campi elettromagnetici e ciò influenza la qualità del sonno. Altre persone possono, indipendentemente dall’uso dei device, avere un alterato ritmo sonno-veglia.

Gli integratori che favoriscono il sonno (adatti anche ai vegani)

Grazie a queste proprietà, la melatonina è largamente impiegata come principio attivo in integratori e medicinali, per favorire il miglioramento dei disturbi legati all’addormentamento e alla qualità del sonno. L’EFSA suggerisce la dose di 1mg di melatonina, da non superare, se non dietro prescrizione del medico.

Biolife Melatonin Strong gocce contiene l’ormone ad alta concentrazione. Una goccia equivale a 1 mg di melatonina. È un rimedio per alleviare la sindrome da jet leg, legata al cambio di fuso orario, per indurre il sonno in tempi più rapidi, per regolarizzare i ritmi circadiani e i “sistemi” a esso collegati.

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