Il morbo di Still è una malattia reumatica sistemica di tipo infiammatorio le cui cause sono ancora oggi sconosciute. Colpisce 1 persona ogni 100.000, quindi è considerata rara e, non avendo basi patogenetiche certe, non ha una terapia specifica. Le fasce d’età più colpite sono due: tra i 15 e i 25 anni e tra i 36 e i 46 anni. Inoltre, sembra che interessi principalmente individui di sesso femminile e che vi sia una base genetica.
Arrivare ad una diagnosi certa è spesso un percorso lungo e faticoso, in cui il medico ragione per esclusione. Alcuni dei suoi sintomi sono comuni ad altre malattie, mentre altri sono più caratteristici: febbre alta oltre i 39 gradi, infiammazione alla gola, ipertrofia dei linfonodi, iperleucocitosi, rash cutaneo di colore salmone, dolore accompagnato da gonfiore e rigidità delle articolazioni, dolore ai muscolari e anomalie del metabolismo epatico. Tutti i sintomi sono evidentemente collegabili a un processo infiammatorio. Le lesioni alle strutture possono essere irreversibili.
Principalmente vengono prescritti esami radiologici e del sangue, al fine di escludere il morbo di Lyme e quello di Chron. In particolare dagli esami ematici emerge un aumento dei globuli bianchi e della proteina C reattiva. L’artrite reumatoide viene esclusa perchè il fattore reumatico è negativo. Le radiografie, invece, evidenziano eventuali danni agli organi interni come la splenomegalia (aumento del volume della milza) o infiammazione articolare cronica. Nei casi in cui la malattia si trova ad uno stadio più avanzato possono essere presenti anche infiammazioni del pericardio, del miocardio e delle pleure
In questo articolo cercheremo di capire di che malattia si tratta, quali sono le sue caratteristiche e quali le terapie farmacologiche e nutrizionali a disposizione, finalizzate al rafforzamento del sistema immunitario, che, a sua volta, porta ad un miglioramento dei principali sintomi della patologia.
La scienza ipotizza che la malattia possa avere natura infettiva, vista l’incidenza, ma non è ancora chiaro se dovuta ad un’azione virale o batterica.
Terapie disponibili per il morbo di Still
Le terapie tradizionali per la malattia di Still sono simili a quelle indicate per le malattie di origine autoimmune e caratterizzate da un’importate infiammazione: assunzione a lungo termine di antinfiammatori (FANS), corticosteroidi, immunosoppressori. Specialmente a dosi elevate, sono tutti farmaci che hanno effetti negativi sull’organismo. Per questo la terapia va seguita dal medico e, ad una terapia immunosoppressiva può seguire l’insorgenza di malattie virali o batteriche che vanno prontamente contrastate.
Queste terapie, per quanto non risolutrici, hanno i seguenti scopi: limitare l’intensità dei sintomi, gestire al meglio l’evoluzione e la progressione della malattia, prevenire eventuali complicanze e migliorare la qualità di vita dei soggetti colpiti dalla malattia.
Intervenendo sul sistema immunitario si placa l’infiammazione cronica e si rinforzano le difese dell’organismo contro eventuali infezioni esterne che, con buona probabilità sono anche la causa della malattia stessa. Per farlo possiamo fare ricorso anche alla medicina naturale e, in particolare, alla micoterapia. In commercio esiste un integratore per pazienti immunodepressi a base di AHCC, una molecola fungina sempre più utilizzata in campo medico come coadiuvante delle terapie farmacologiche.
L’AHCC aumenta in numero e un funzionamento delle cellule del sistema immunitario che fanno parte dell’immunità aspecifica, che interviene contro patogeni esterni senza fare alcune distinzione. Essa di contrappone all’immunità specifica che, invece, attacca i patogeni già conosciuti dall’organismo e che potrebbe essere coinvolta (almeno questo è possibile evincere dalle analisi del sangue dei pazienti) con la presenza costante dei sintomi.
E’ bene fare presente, per chiarezza, che non sono stati svolti studi scientifici specifici sull’AHCC nella malattia di Still, forse perchè si tratta di una patologia rara, che conta tutto sommato un numero contenuto di pazienti. Tuttavia, come osservato in altre malattie immunitarie, l’integratore di AHCC è efficace nell’aiutare l’organismo a difendersi dai patogeni opportunisti, a fronte di nessun effetto collaterale significativo, anche per terapie prolungate.
Commenti (0)
Non ci sono commenti per questo articolo. Sii il primo a lasciare un messaggio!