È possibile sapere se si è tra le persone a rischio infarto e cercare di prevenire un’eventualità del genere semplicemente monitorando alcuni parametri, attraverso le analisi del sangue. Determinati valori della glicemia, della pressione e del colesterolo sono una spia fondamentale di possibili problemi di salute, in corso o in arrivo.
Il colesterolo non è un nemico, in quantità fisiologiche. Bisogna quindi fare molta attenzione ai livelli di colesterolo presente nel sangue, per porre in atto una serie di rimedi per riportare il valore anomalo a livelli regolari.
Che cos’è il colesterolo
Fa parte dei lipidi, cioè dei grassi, e appartiene alla classe degli steroli. Lo troviamo in forma libera o legata in ciascuno dei nostri tessuti, perché è presente nella membrana delle cellule (alla quale conferisce stabilità e fluidità). Se le cellule sono sane, ciò si deve anche al colesterolo e al suo ruolo fondamentale nella loro costruzione.
Quando e perché il colesterolo fa male
Questa componente essenziale delle cellule diventa una loro nemica quando è presente nel sangue in quantità eccessive. In questo caso, si deposita nelle arterie e nei vasi, dando origine nei casi più seri a placche aterosclerotiche. I vasi diventano più stretti, più rigidi, le placche possono staccarsi e ostruire il normale flusso del sangue, provocando infarto e ictus. Un evento come l’infarto aumenta l’instabilità delle placche e può predisporre a un nuovo infarto. Ecco perché i medici intervengono, in fase di terapia, soprattutto sui livelli di colesterolo.
Le associazioni pericolose
Il colesterolo alto in associazione a valori elevati di pressione, al diabete, all’abitudine al fumo, espone il cuore a infarto molto più di un evento precedente.
Un altro elemento importantissimo da valutare è il tempo, cioè il periodo di tempo in cui si sono registrati valori alti di colesterolo. Più è ampio questo arco di tempo, maggiore sarà il rischio cardiovascolare. Per questo ed altri motivi è consigliabile controllare il colesterolo sin da giovane età.
Un monitoraggio puntuale consente di intervenire subito, allo scopo di ridurre la quantità di questo grasso nel sangue e scongiurare eventi come infarti e ictus.
Qual è il valore ideale di colesterolo
Il livello di colesterolo ideale non dovrebbe superare i 200 mg/dl. Sopra i 240 siamo già ad alto rischio di sviluppo di malattie cardiovascolari. Il rischio diventa moderato, ma c’è ugualmente, per valori che superano i 200, fino a 239 mg/dl.
Qual è il colesterolo buono? Distinzione tra HDL e LDL
Il colesterolo viene trasportato nei vasi ‘protetto’ da strutture molecolari chiamate lipoproteine. Le lipoproteine a bassa densità o LDL (Low Density Lipoprotein) costituiscono il colesterolo che definiamo cattivo, perché trasferiscono la quantità in eccesso del grasso dal fegato alle arterie e lo rilasciano nei vasi, con la conseguente formazione delle placche aterosclerotiche. Le lipoproteine ad alta densità o HDL (High Density Lipoprotein) costituiscono invece il cosiddetto colesterolo buono, perché favoriscono l’eliminazione del colesterolo dal sangue, rappresentano quindi una vera e propria assicurazione per il cuore e i vasi.
I fattori che favoriscono alti livelli di colesterolo nel sangue
- Fumo
- Obesità e sovrappeso
- Alimentazione non equilibrata
- Sedentarietà
- Alcune malattie metaboliche (per esempio, il diabete)
- Familiarità
Sintomi, diagnosi ed eventuali cure dell’ipercolesterolemia
Purtroppo, non esistono sintomi che possano mettere in allarme. Occorre quindi controllarsi periodicamente, attraverso esami ematici. Quanto ai farmaci, nei casi in cui il medico ritiene di doverli impiegare, si utilizzano le statine, per fermare la produzione di colesterolo LDL (quello cattivo); molecole che si legano ai sali biliari (che contengono buone quantità di LDL) e indirizzano tali sostanze all’escrezione attraverso le feci. Infine, si può assumere la niacina per ridurre i livelli di LDL.
Come prevenire l’ipercolesterolemia
Anche in questo caso, si parte dall’alimentazione per garantirsi livelli normali di colesterolo nel sangue. Frutta, verdura e legumi sono gli alimenti da ingerire con maggiore regolarità e frequenza. I latticini, i formaggi, il burro, gli insaccati, le carni rosse non vanno eliminati ma il loro consumo va ridotto, perché sono cibi ricchi di colesterolo. Integrare nella dieta una buona quantità di grassi polinsaturi è un sistema per regolare il colesterolo. Via libera quindi a pesce, frutta secca, semi di lino, olio extravergine d’oliva. La pasta e il pane vanno bene, soprattutto se sono integrali. L’avena è particolarmente consigliata, perché ricca di alfa e beta-glucani.
Evitare il sovrappeso è importantissimo, senza controllare ossessivamente la bilancia ogni giorno. Basta seguire appunto una dieta sana. L’attività fisica regolare non dovrebbe mai essere trascurata. È importante inoltre eliminare il fumo, evitare lo stress e non eccedere nel consumo di alcol.
Il ruolo della curcumina e della nutraceutica nella lotta al colesterolo
Il principio attivo della curcumina è in grado di intervenire sui livelli di colesterolo, contribuendo a normalizzarli. La curcumina è un composto che esplica una potente azione antiossidante e antinfiammatoria, come dimostrato da migliaia di studi condotti sugli animali e sull’uomo. Protegge le cellule del corpo dai danni dei radicali liberi. Secondo gli studi, il principio contenuto nella preziosa spezia indiana interviene sul fegato favorendo l’eliminazione delle lipoproteine a bassa densità, cioè del colesterolo cattivo. Il fegato verrebbe stimolato a produrre più bile, necessaria per l’escrezione del colesterolo LDL.
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