Il Tribulus terrestris è una delle piante fitoterapiche (cioè con effetti positivi sulla salute umana) più utilizzate nel trattamento delle patologie dell’apparato riproduttore e urinario.
Benchè maggior parte degli studi riguardanti questa pianta siano stati condotti sull’uomo e abbiano avuto come oggetto la sintesi degli spermatozoi, la ricerca scientifica ha prodotto pubblicazioni interessanti anche sulle patologie legate all’ovulazione. Dai risultati degli esperimenti, il Tribulus pare essere utile sia contro i disturbi dell’ovulazione, il calo della fertilità e le irregolarità dell’ovulazione, sia per migliorare la libido femminile.
Tribulus terrestris e ovulazione irregolare
Il più importante studio scientifico relativo al rapporto tra il Tribulus terrestris e l’ovulazione femminile ha preso in considerazione 36 donne, tutte caratterizzate da un’ovulazione irregolare.
Il trattamento con il Tribulus si è protratto per almeno due mesi (alcune delle donne lo hanno assunto per tre mesi), e si è concentrato in particolare nel periodo che precede l’ovulazione, ovvero dal quinto al quattordicesimo giorno dopo la mestruazione.
Il risultato è stato netto: il 67% delle donne che hanno assunto il Tribulus ha ottenuto una regolarizzazione del ciclo e tre di esse, il ciclo mestruale provocava problemi di fertilità, hanno concepito nei mesi finali dello studio.
Esiste inoltre uno studio scientifico preclinico focalizzato sugli effetti del Tribulus per la risoluzione delle cisti ovariche nel ratto femmina. La pianta si è dimostrata in grado di risoluzione le cisti nei ratti, anche se va sottolineato che la patogenesi dell’ovaio policistico murino e di umano sono differenti. Questo studio rappresenta comunque un interessante preliminare per il trattamento dell’ovaio policistico femminile, in particolare quando la patologia è la base di una diminuita fertilità.
Come funziona il Tribulus terrestris
Gli studi finora citati sono basati sulle evidenze, cioè prendono in considerazione le conseguenze dell’integrazione di questa pianta nell’essere umano per finalità curative. È tuttavia interessante anche capire perché e come il Tribulus agisca sull’organismo.
La risposta risiede non tanto negli studi effettuati sulla donna quanto su quelli condotti sull’uomo. Il Tribulus terrestris, nell’uomo, è utilizzato nel maschio come integratore per l’oligospermia, in quanto riesce a stimolare la sintesi del testosterone che, di conseguenza, aumenta la produzione di spermatozoi. Questo avviene grazie ad una sostanza contenuta nel vegetale, la protodioscina, una molecola che fa parte del gruppo delle saponine e che si caratterizza per essere simile all’ormone LH umano, dal punto di vista chimico.
La somiglianza della protodioscina con questo ormone le consente di mimare gli effetti che l’ormone stesso avrebbe sull’organismo. Nell’uomo l’LH stimola la secrezione degli spermatozoi, e viene prodotto in modo più o meno costante; nella donna, invece, viene prodotto a picco, perché ha la funzione di stimolare l’ovulazione, dopo la fase di crescita del follicolo ovarico.
Il picco di LH è fondamentale per l’ovulazione perché, se non è presente, questa non avviene. Se ne viene secreto poco, invece, l’ovulazione può non avvenire nel giorno corretto ma più avanti, e causare un ciclo irregolare.
Aggiungendo la molecola del Tribulus all’ormone prodotto dall’ipofisi, una ghiandola presente nel cervello, si va ad aggiungere la dose mancante per stimolare l’ovulazione. Non a caso, nell’ultimo studio citato, l’integratore veniva fatto assumere nei giorni che precedevano l’ovulazione, e non in quelli seguenti.
Per capire il funzionamento del Tribulus con un esempio numerico, supponiamo che per ovulare il follicolo abbia bisogno di 100 unità di LH (è una supposizione perché il quantitativo varia da persona a persona). Se una donna, per motivi vari (ovarici, ipofisari, legati allo stress o ad altre patologie) non riesce a raggiungere questo valore fermandosi a 70-80, l’ovulazione non avverrà nei tempi giusti ma potrebbe avvenire nei giorni seguenti, oppure potrebbe non avvenire affatto, causando il collasso dell’ovocita all’interno delle vie urinarie. Il Tribulus aiuta perché mimando l’effetto dell’LH va ad aggiungere quel 20-30% mancante perchè si verifichi l’ovulazione e il ciclo si regolarizzi, oppure, nel caso non sia avvenuta, ne stimola la comparsa.
L’aumento della libido è una conseguenza di questo meccanismo, perché proprio questo ormone stimola l’istinto alla riproduzione, riuscendo, anche in presenza di ovulazioni regolari, a ridurre condizioni come la frigidità femminile, se questa è di natura fisiologica (e non psicologica, per esempio).
Gli studi dimostrano quindi come l’integrazione di Tribulus sia effettivamente utile per migliorare lo stato dell’apparato riproduttore femminile, in particolare quando questo è alterato per cause ormonali (che a loro volta possono essere secondarie ad altre patologie), evitando il ricorso all’utilizzo dei farmaci o degli ormoni sintetici, che nel lungo periodo potrebbero portare l’insorgenza di diversi effetti collaterali e, per questo, vanno utilizzati sotto strettissimo controllo medico.
Bibliografia
Dehghan, A., Esfandiari, A., & Bigdeli, S. M. (2012). Alternative treatment of ovarian cysts with Tribulus terrestris extract: A rat model. Reproduction in domestic animals, 47(1), e12-e15.
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