In aumento le malattie infiammatorie croniche dell’intestino
Un’indagine realizzata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore rivela che il 41% per cento degli adolescenti colpiti da una patologia infiammatoria cronica dell’intestino si sente emarginato dai coetanei, mentre il 71% dichiara di sentirsi limitato, nella socialità, a causa della propria condizione.
Queste malattie impattano notevolmente anche sul rapporto tra giovani e alimentazione; chi ne è colpito (non solo preadolescenti e adolescenti, ma anche adulti) spesso lamenta l’assenza di una vera risposta, in termini di supporto ed educazione all’alimentazione, oltre che di cure, da parte delle strutture sanitarie, della medicina territoriale in particolare.
Quali sono le malattie infiammatorie croniche dell'intestino
Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (l’acronimo italiano è MICI, quello inglese IBD – Inflammatory Bowel Disease) sono:
- la colite ulcerosa
- il morbo di Crohn.
Sono largamente diffuse, a livello globale, con un numero di casi dell’ordine di più di 7 milioni di pazienti, nel mondo, tra l’altro in netta crescita.
I sintomi della malattia di Crohn
I sintomi d’esordio della malattia di Crohn più frequenti sono:
- la diarrea
- il dolore addominale.
Nella rettocolite ulcerosa, si rileva invece:
- diarrea ematica,
- tenesmo rettale (sensazione di pressione e fastidio nella zona anale, crampi addominali)
- urgenza defecatoria.
In entrambi i casi, periodi di relativo benessere possono alternarsi a fasi neo-infiammatorie.
Ai sintomi iniziali se ne possono aggiungere altri, come:
- il dimagrimento
- la stanchezza.
- In alcuni casi, anche un lieve aumento della temperatura corporea.
Le complicanze del morbo di Crohn possono condurre il paziente verso la necessità di effettuare interventi chirurgici, allo scopo, per esempio, di risolvere lesioni come le fistole. La rettocolite ulcerosa, se trascurata, può evolvere in cancro. Succede assai di rado, grazie alle cure attualmente disponibili. Alcuni pazienti sviluppano sintomi che coinvolgono altre parti del corpo come, per esempio, le articolazioni.
Le cause del morbo di Chron
Non si conoscono del tutto le cause di queste patologie. Si ipotizza che a determinarne l’insorgenza sia una combinazione di fattori, genetici e ambientali. Probabilmente, come accade in altre malattie, si innesca uno spropositato meccanismo di reazione del sistema immunitario nei confronti dei batteri normalmente presenti nell’intestino.
Il fattore genetico, già citato, avrebbe un ruolo non da poco nell’eziologia delle MICI. Le malattie come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa sono fonte di:
- ansia,
- stress
- depressione
Tali elementi (ai quali si somma la dipendenza dal fumo) possono favorire la loro insorgenza.
Generalmente colpiscono la fascia d’età compresa tra i 15 e i 45 anni.
Come si diagnostica il morbo di Crohn? Quali sono le terapie?
La diagnosi viene effettuata attraverso indagini specifiche, come:
- la colonscopia,
- l’eco-addome e dell’intestino,
- la TAC
- la risonanza magnetica.
Con la terapia si tende a ridurre gli episodi di infiammazione e portare gradualmente il paziente alla guarigione.
I farmaci usati sono diversi, dai corticosteroidi agli antibiotici, a principi attivi come la mesalazina. Anche i medicinali biologici e gli immunosoppressori sono compresi nei protocolli terapeutici.
Cosa mangiare e quali integratori assumere per supportare le cure alle malattie infiammatorie croniche dell'intestino?
Il ruolo dell’alimentazione nello sviluppo delle malattie infiammatorie intestinali croniche è riconosciuto. Le certezze sono minori quando si tratta di stabilire quale debba essere la dieta da seguire, per un paziente affetto da una di queste patologie.
In genere, il latte e i latticini vengono evitati perché tendono ad acuire i sintomi; una dieta ricca di fibre non è consigliabile nelle fasi acute, per esempio in presenza di diarrea.
Tuttavia, la frutta e la verdura sono proprio le due categorie di alimenti che meglio prevengono queste infiammazioni. È il medico a suggerire al paziente la dieta da seguire, per scongiurare anche il rischio della malnutrizione.
Quanto agli integratori alimentari, ne esistono diversi adatti a spegnere le infiammazioni. Possono essere un supporto alle cure farmacologiche, previo parere del medico curante.
Rispetto alle attività di prevenzione delle MICI, è importante avere una vita sana e attiva, privilegiare l’assunzione delle proteine vegetali, fare grandi scorte di frutta e verdura e contenere il consumo di cereali raffinati, carni conservate e cibi grassi.
Gli integratori possono essere utili nel fornire sostanze non assunte a sufficienza con la dieta.
Secondo diversi studi, i prodotti nutraceutici a base di:
oppure integratori che combinano più principi attivi, come:
- Biolife Mico Complex (con estratto di Shiitake, Reishi e Maitake)
aiutano a rinforzare le naturali difese dell’organismo, a prevenire e a combattere le infiammazioni.
Biolife Mico Complex regola inoltre la glicemia, ha un’azione prebiotica e antiossidante, è un antibatterico ed epatoprotettore.
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