L’importanza della vitamina D per le ossa, i denti, il sistema immunitario e per la prevenzione di determinate patologie, come l’osteoporosi è acclarata. Il micronutriente, tuttavia, svolge numerose altre funzioni, spesso meno note, sulle quali si concentrano le ultime ricerche scientifiche.
Carenza di vitamina D e declino funzioni cognitive
Un problema di salute pubblica che interessa tutti i Paesi con una popolazione anziana è rappresentato dalle malattie neurodegenerative. Diversi studi mettono in relazione la vitamina D (D2 e D3) con il declino delle funzioni cognitive. Per chiarire meglio il tipo di relazione, la maggior parte di questi studi individua nella carenza di vitamina D, un potente acceleratore dei processi degenerativi, quindi anche del peggioramento della memoria nelle persone di età avanzata.
Lo studio della Tufts University (USA): la vitamina D protegge il cervello
L’ultima ricerca, in ordine di tempo, arriva dalla Tufts University del Massachusetts (USA) e si concentra sul nesso potenziale tra la presenza della vitamina nel cervello e i deficit cognitivi, caratteristici di alcune patologie (soprattutto Alzheimer e demenze).
In particolare, i ricercatori hanno rilevato che a una maggiore concentrazione di vitamina D nel cervello corrisponde una migliore risposta ai deficit cognitivi, quindi performance migliori del cervello stesso.
La vitamina D presente nel cervello costituirebbe una sorta di “lucchetto” per le malattie degenerative. La sua presenza nei circuiti cerebrali favorirebbe una sorta di prevenzione, facendo precipitare le percentuali relative alla possibilità di sviluppare una malattia neurodegenerativa. Lo studio riporta una percentuale compresa tra il 25 e il 33% in meno, di probabilità.
I ricercatori della Tufts University hanno cercato di individuare la vitamina D in quattro diverse aree del cervello, due delle quali legate all’Alzheimer. In ogni regione è stata rilevata la presenza del micronutriente. Lo studio, non solo ha messo in luce questo dato, ma ha anche dimostrato che livelli ematici buoni di vitamina D funzionerebbero come una protezione rispetto alle patologie che compromettono le attività cerebrali, memoria compresa (Fonte: Inside Precision Medicine).
Altre ricerche sono in corso per confermare questi risultati. L’importanza di questo genere di studi è enorme, considerate tutte le implicazioni sanitarie, economiche e sociali dell’elevata diffusione delle demenze.
Il ruolo della vitamina D nella vita degli anziani
Con il passare degli anni, il fabbisogno di vitamina D aumenta. Negli adulti, le ossa diventano via via più deboli, soprattutto se l’organismo non è abituato a un’attività fisica regolare e se ci sono carenze di micronutrienti e sali minerali. Le ossa tendenti alla fragilità sono quelle del bacino, della colonna vertebrale e delle gambe. La condizione di debolezza si può facilmente verificare toccando le ossa; se si avvertisse fastidio o dolore, la loro struttura potrebbe essere indebolita.
Il pericolo fratture
Nelle persone di età avanzata le fratture sono molto frequenti, proprio a causa della fragilità delle ossa. Anche per questa ragione è importante allenare preventivamente muscoli e ossa, dedicarsi a un’attività sportiva (anche in casa) regolare. Camminare durante le ore diurne è utilissimo alle ossa, sia perché la pelle assorbe la luce del sole e l’organismo produce vitamina D, sia perché camminando i muscoli e le ossa acquisiscono forza. Le fratture, anche solo per un movimento sbagliato, si verificano soprattutto nelle persone di una certa età con osteoporosi o con carenze di vitamina D.
Per quanto tempo bisogna esporsi al sole per produrre vitamina D
Secondo fonti autorevoli, sono sufficienti 15 minuti (per tre volte alla settimana) di esposizione alla luce solare, per garantirsi i giusti livelli ematici di vitamina D. Il suggerimento può essere colto in tutte le stagioni, poiché basta tenere scoperti il viso, le braccia e le mani per assorbire la giusta quantità di luce. L’eccessiva esposizione, d’altro canto, mette a rischio la pelle.
Negli anziani con minore densità ossea oppure con fratture ossee, il medico si accerta dell’eventuale carenza di vitamina D.
Biolife D3+K2 Vegan per assicurarsi il giusto apporto di vitamina D
Per colmare eventuali deficit del micronutriente si può ricorrere agli integratori naturali. Sono disponibili prodotti totalmente vegetali, quindi adatti anche a chi non assume alimenti di origine animale. Vegetariani, vegani e persone attente alla sostenibilità trovano in Biolife Vitamin D3 + K2 Vegan è un prodotto che si assume in gocce; è contenuto in un flacone in vetro, per favorire l’ecocompatibilità.
Biolife D3+K2 Vegan è un integratore alimentare ad alta concentrazione, a base di Vitamina D3 (Colecalciferolo) e K2. La vitamina D contribuisce al normale assorbimento/utilizzo del calcio e del fosforo. Inoltre, con la vitamina K, sostiene il mantenimento di fisiologici livelli di calcio nel sangue, proteggendo ossa e denti. La terapia prevede l’assunzione di 10 gocce, meglio se nella prima parte della giornata. In ogni caso, il dosaggio dipende dal fabbisogno personale.
È bene, per tale motivo, rivolgersi al medico per farsi prescrivere il dosaggio più adatto alle proprie esigenze.
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