Curcuma: Storia e caratteristiche
La curcuma è una radice molto usata nei Paesi orientali, appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae, nella quale è compreso anche lo zenzero. Si contano decine di specie diverse di curcuma, quella più nota è definita anche zafferano delle Indie. Il suo nome scientifico è Curcuma longa e oggi trova largo impiego, a scopi alimentari e officinali, anche in Occidente.
Il colore giallo ocra della curcuma è il risultato della polverizzazione della sua radice, usata persino per colorare i tessuti. A noi interessano le sue numerose proprietà benefiche, nel trattamento di diverse patologie.
Benefici della curcuma
L’estratto di curcuma è un potente antinfiammatorio e antiossidante; secondo alcuni studi avrebbe anche effetti anticancro. Inoltre, diversi ricercatori le attribuiscono la capacità di curare, o meglio supportare le cure dell’ulcera e del diabete. È riconosciuta, in particolare, l’efficacia di uno dei suoi principi attivi, un polifenolo chiamato curcumina, più tollerabile e sicuro per l’organismo di altre sostanze ricavabili dalla pianta asiatica. La curcumina può essere assunta sotto forma di integratore alimentare, in polvere, compresse o sciroppo.
Il polifenolo a supporto dei piani terapeutici
Il polifenolo ha dimostrato di essere utile se integrato nel piano terapeutico adottato nel trattamento di alcune malattie dei reni, di diverse affezioni dell’apparato gastrointestinale e di quello muscoloscheletrico. La curcumina sarebbe anche in grado di contenere i livelli di colesterolo nel sangue e, in alcuni casi, sarebbe impiegata nella cura delle patologie legate all’obesità.
Cosa è il pemfigo
Tra le malattie potenzialmente trattabili con integratori a base di curcumina (naturalmente da affiancare ai farmaci), il pemfigo. Si tratta in realtà di una serie di patologie autoimmuni dell’epidermide, ad andamento cronico.
Si manifestano con bolle sulla cute e sulle mucose del cavo orale, della congiuntiva e dei genitali. Sono malattie piuttosto rare. Tuttavia, quando si presentano, compromettono gravemente la qualità della vita dei pazienti.
Durante il decorso della malattia, le bolle maturano, divenendo vere e proprie abrasioni; erosioni molto dolorose e di non semplice guarigione. La comparsa del pemfigo a livello orale, oltre ad essere molto dolorosa, rende difficile anche la deglutizione, con conseguente dimagrimento del malato.
La classificazione scientifica del pemfigo
La scienza ha classificato diverse forme di pemfigo. Il decorso di ciascuna di esse dipende dalla forma in cui si presenta e dalla risposta del sistema immunitario della persona colpita. Si parla quindi di pemfigo volgare, vegetante, foliaceo, eritematoso, erpetiforme e paraneoplastico. È possibile, anche se si tratta di casi molto rari, che la malattia si manifesti come reazione avversa all’assunzione di alcuni farmaci.
Il pemfigo volgare è la forma più aggressiva di questa afflizione della pelle e delle mucose, tuttavia anche le altre tipologie sono caratterizzate da una certa severità. Per questa ragione, le cure sono generalmente molto aggressive, fin dalla diagnosi. Al paziente, che spesso viene ospedalizzato, soprattutto nella primissima fase, vengono prescritti generalmente farmaci steroidei per via orale e intramuscolare, immunosoppressori, cortisone, azatioprina, ciclofosfamide, immunoglobuline e, nei casi refrattari, il rituximab.
Chi è affetto da Pemfigo non è contagioso, trattandosi di una patologia che ha basi genetiche. Colpisce prevalentemente gli adulti, dai quarant’anni in su. Tra le cure trovano sempre più spesso spazio gli integratori alimentari il cui principio attivo è la curcumina. Consultare sempre il medico prima di assumerli.
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