Mangiare, camminare e respirare sono tre azioni comandate dai muscoli, che permettono all’essere umano di vivere. I muscoli sono una serie di organi, di diverse dimensioni e separati tra loro, che funzionano in base ad un meccanismo che li attiva. Proprio come un’auto necessita di carburante per funzionare, anche il muscolo necessita di alcune sostanze per contrarsi, in assenza delle quali il muscolo diventa inservibile.
Vediamo nel dettaglio come funziona la contrazione muscolare e di cosa necessita il muscolo per funzionare in modo corretto.
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Il meccanismo della contrazione muscolare
La contrazione muscolare, per poter avvenire, necessita della presenza di due sostanze che devono essere introdotte dall’esterno:
l’ATP, una molecola che contiene energia chimica che viene “bruciata” dalla cellula, e il cui prodotto di scarto è l’anidride carbonica. Le cellule sono in grado di sintetizzare ATP a partire dagli zuccheri o dai grassi (o, eccezionalmente, dalle proteine). Questo significa che il carburante principale dei muscoli viene fornito dall’alimentazione, senza la quale non sarebbe possibile il meccanismo della contrazione muscolare;
il calcio, una sostanza contenuta nella maggior parte degli alimenti che non ha una specifica funzione di “carburante” per la contrazione, ma che agisce come innesco del meccanismo. Se il muscolo fosse un’auto, sarebbe la chiave, senza la quale la macchina non potrebbe avviarsi.
Queste due sostanze permettono lo scorrimento delle miofibrille muscolari una sull’altra, chiamate actina e miosina. La miosina ha una forma particolare, simile a quella di una mano, mentre l’actina è il filamento più lungo. Il sistema di contrazione muscolare è simile a quello di una persona che tira una corda: le mani della persona, la miosina, tirano la corda, che è il filamento di actina, e lo fanno più volte. Man mano che la “corda” viene tirata il muscolo si accorcia, ed è così che abbiamo la contrazione muscolare, che di fatto è un accorciamento del muscolo.
Il meccanismo inizia quando la miosina, che tira, si lega all’ATP, l’energia di cui necessita, che permette il distacco della miofibrilla e il successivo riattacco e tiro, un po’ come se la persona che tira la corda dovesse mangiare una caramella per avere l’energia necessaria per tirare ancora un po’. Se l’energia si esaurisce, i muscoli non possono più contrarsi.
In tutto questo, il calcio ha un ruolo fondamentale, perchè è la molecola che da il via a tutto il meccanismo di contrazione. Infatti, quando arriva lo stimolo nervoso o elettrico che indica al muscolo che deve contrarsi (non fosse così, non potremmo contrarre volontariamente alcun muscolo), il calcio entra massicciamente nella cellula e attiva la miosina che dà il via a tutto il processo, attivando il meccanismo della contrazione.
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Conseguenze sui muscoli della mancanza di calcio
La carenza di calcio non è istantanea ma, quando si manifesta, il sintomo principale è rappresentato dai tremori muscolari diffusi in diverse parti del corpo.
Nell’organismo il calcio si trova nelle ossa, che ne costituiscono le riserva da cui i muscoli attingono quando hanno necessità. Come ogni riserva, essa necessita di essere costantemente rifornita, onde evitare i esaurire le scorte, situazione che causerebbe un indebolimento delle ossa oltre che dei muscoli.
Il calcio, per arrivare alle ossa, deve infatti essere:
- assorbito nell’intestino, se introdotto con l’alimentazione;
- assorbito dalle ossa, quando si trova nel sangue. L’alternativa è l’eliminazione dai reni
Ci sono due vitamine, la K2 e la D3, che permettono l’assorbimento del calcio. La prima agisce sull’intestino, favorendo l’assorbimento del minerale e la seconda sull’osso. In assenza di queste sostanze, il calcio non viene assorbimento neanche se introdotto attraverso l’alimentazione, ad esempio con il latte. La mancata immissione di calcio nelle ossa, a lungo andare, porta all’insorgenza di problemi a danno dei muscoli.
In generale le vitamine vengono introdotte nell’organismo tramite l’alimentazione, perchè esso non è in grado di sintetizzarle autonomamente, ma possono anche essere integrate dall’esterno, tramite un prodotto naturale come D3K2, che le contiene entrambe ed è stato studiato per favorire l’integrazione del calcio assunto con l’alimentazione.
D3K2 si rende particolarmente utile in caso di ipocalcemia o insufficiente apporto di calcio derivante da un’alimentazione non corretta.
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