La memoria umana non è infallibile. Al contrario, può capitare a chiunque di sperimentare piccoli e grandi problemi che coinvolgono l’area del cervello (l’ippocampo), che sovrintende a quella funzione. Il periodo attuale complica le cose: lo stress fisico e quello mentale incidono sulle capacità mnemoniche, così come su altre abilità dell’uomo.
I problemi neurologici causati dalla Covid
Gli studi scientifici hanno ormai accertato che la Covid-19 causi, oltre ai problemi respiratori, anche danni sistemici all’organismo. Effetti neurologici sono stati osservati soprattutto nei pazienti che hanno subito un ricovero in ospedale. Tuttavia, anche i pazienti che hanno superato la malattia, curandosi in ambito domestico (con sintomi lievi o moderati), hanno in seguito riferito di problemi e disagi di vario genere. Una serie di sintomi, a volte invalidanti, che gli esperti hanno definito Long Covid.
Uno studio britannico pubblicato sulla rivista Lancet Psychiatry ha evidenziato tali conseguenze già nel 2020.
La perdita di memoria e la mancanza di concentrazione, i frequenti mal di testa, ma anche forme di psicosi e di delirio fanno parte dei sintomi del Long Covid.
Un gran numero di pazienti ha avuto bisogno di un periodo di riposo e recupero post malattia che ha raggiunto gli otto-nove mesi.
Diverse le ricerche condotte, a livello internazionale, sulla base delle interviste fatte con pazienti guariti dalla Covid. Tutte hanno rilevato, nei campioni presi in esame, problemi di affaticamento e disfunzione cognitiva. Il Long Covid ha spesso tardato il rientro al lavoro di chi ne era stato colpito.
Defaillance e malattie che colpiscono la memoria
Il Covid non è l’unica malattia che può avere delle conseguenze di questo tipo. I meccanismi della memoria sono piuttosto complessi. Essa è fatta di tanti tasselli, compartimenti. Quando ricordiamo, mettiamo in campo diverse funzioni. Siamo chiamati a concentrarci su qualcosa che è avvenuto, a riportare l’attenzione sul passato; essere veloci non è sempre possibile.
Avere dei vuoti di memoria è normale, anche perché nella quotidianità siamo sottoposti a un’infinità di stimoli. Per questa ragione, focalizzarsi nuovamente su un fatto avvenuto (anche se recentemente) può comportare delle difficoltà. Altra cosa sono le malattie che causano perdita della memoria o scarsa capacità mnemonica. Esistono forme di demenza precoce annunciate da episodi non isolati, fatti che si ripetono; per esempio, perdere l’orientamento, cioè non ricordare esattamente dove ci si trovi, nonostante la familiarità del luogo. Si tratta di fenomeni rari. Ogni segnale che può far pensare a una demenza precoce dovrebbe essere riferito al medico. La demenza senile è un’altra patologia che colpisce la memoria. Anche in questo caso, vale il suggerimento precedente: consultare il medico tempestivamente. Le malattie che danneggiano le capacità mnemoniche sono diverse; non si tratta soltanto delle patologie neurodegenerative.
Come allenare la memoria
In questa sede, ci soffermiamo sui piccoli disagi e sul modo in cui la memoria possa essere potenziata. Per mantenere intatta la capacità mnemonica, lo stile di vita è importantissimo. Attraverso un’alimentazione ricca di vegetali e legumi (con un consumo moderato di carni poco grasse), e una costante attività fisica si possono tenere lontane le malattie cardiovascolari. L’aterosclerosi causa la demenza vascolare; una cattiva circolazione del sangue non favorisce l’attività cerebrale.
L’attività sportiva è importante per il corpo e per la salute mentale.
Inoltre, esattamente come si fa con i muscoli delle gambe e delle braccia, bisogna allenare il cervello a fissare le informazioni e a riportarle alla memoria, ogni volta che se ne presenti la necessità.
La memoria può essere esercitata scrivendo, annotando quel che si è fatto in giornata, oppure completando cruciverba, risolvendo rebus e indovinelli, imparando a memoria poesie (proprio come un tempo), facendo semplici operazioni matematiche (il totale di quanto speso in giornata, per esempio); imparando a suonare uno strumento musicale o studiando una nuova lingua.
La prevenzione delle malattie cardiovascolari, come già sottolineato, è importantissima. Tenere sotto controllo la pressione, il colesterolo e i trigliceridi, così come la glicemia è un’ottima abitudine, da non abbandonare mai. Fondamentale non fumare ed evitare il sovrappeso. Dormire almeno 8 ore a notte aiuta moltissimo le attività cerebrali, compresa la memoria.
Secondo alcuni studi, la salute del cervello è favorita dagli omega 3, acidi grassi polinsaturi contenuti in diversi alimenti. Le proprietà antiossidanti degli omega 3 rallenterebbero l’invecchiamento delle cellule cerebrali e proteggerebbero le sue funzioni, allontanando il rischio di malattie come l’Alzheimer. Gli omega 3 sarebbero utili anche nei casi di depressione.
Secondo le ricerche più recenti, conferiscono una maggiore stabilità e integrità ai globuli rossi. Adeguati livelli di omega 3 garantirebbero quindi protezione rispetto a patologie come l’anemia, la sepsi, alcune specifiche malattie cardiovascolari e alcuni tumori.
I migliori integratori con omega 3 e vitamine
Oltre all’alimentazione, l’altra fonte di omega 3 sono gli integratori. Biolife ha sviluppato un nuovo prodotto che contribuisce a garantire i giusti livelli nel sangue di omega-3. Si tratta di Biolife Omega 3 Vegan, integratore a base di:
- olio di canapa,
- DHA,
- vitamina E,
- vitamina D3.
Una formulazione appositamente studiata per fornire il giusto apporto di acidi grassi polinsaturi e vitamine, in grado di soddisfare i fabbisogni nutrizionali.
I benefici per la salute di Biolife Omega 3:
- Sostiene la normale integrità e funzionalità delle membrane cellulari, della pelle e delle articolazioni
- Contribuisce al mantenimento dei normali livelli di trigliceridi nel sangue
- Il DHA (acido docosaesaenoico) contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale e della normale capacità visiva
- Contrasta i disturbi del ciclo mestruale
- La vitamina E (DL-alfa-tocoferolo) contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo
- La vitamina D3 contribuisce al normale assorbimento/utilizzo del calcio e del fosforo e al normale funzionamento delle cartilagini articolari
L’integratore non ha particolari controindicazioni, eccetto l’eventuale ipersensibilità a uno o più ingredienti presenti nella composizione. Non è indicato nei pazienti che seguono terapie a base di anticoagulanti e/o antinfiammatori non steroidei. In ogni caso, è buona prassi consultare il medico prima dell’assunzione di questo come di altri integratori alimentari.
Può essere assunto anche da vegani e vegetariani, perché il DHA utilizzato nella composizione è di estrazione vegetale e non ittica. Questo garantisce al prodotto un minor impatto ambientale e una maggiore ecosostenibilità, oltre che proprietà organolettiche migliori.
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