I calcioli renali sono una tra le patologie più dolorose e difficili da trattare, nonché pericolose per la salute dell’essere umano.
Le cause di questa patologia sono da ricercare principalmente in una dieta scorretta, che porta ad un’ingestione eccessiva di mineralima anche ad una scarsa assunzione di acqua. Queste due componenti possono provocare l’accumulo di sostanze minerali all’interno del rene che, una volta formati, sono molto difficili da rimuovere (e richiedono generalmente una procedura chirurgica). In altri casi, invece, i calcoli renali sono dovuti ad una predisposizione genetica del soggetto.
Il sintomi principale della patologia sono le coliche renali, un dolore molto intenso, a causa del quale spesso il paziente finisce in pronto soccorso.
Perché si formano i calcoli renali
Le cause della formazione dei calcoli al rene nell’essere umano può avere diverse cause ma, nella maggior parte dei casi, è sempre molto simile.
Il primo motivo è la scarsa presenza di liquido nell’organismo, che accade in soggetti che non assumono durante l’arco della giornata, il giusto quantitativo di acqua. Una scarsa idratazione comporta una vicinanza eccessiva degli elettroliti, cioè dei singoli atomi che compongono un minerale, che tendono ad aggregarsi formando i calcoli di ossalato di calcio.
Naturalmente è altrettanto fondamentale che gli elettroliti, generalmente il calcio ma non solo, siano presenti, e qui entra in gioco l’alimentazione, che deve comprendere i cibi che li contengono nei giusti quantitativi. Anche le infezioni urinarie possono favorire la presenza di calcoli, perché l’infiammazione tende a richiamare i minerali.
Il calcolo si forma a partire da un punto, a causa dell’aggregazione di alcuni minerali che non vengono espulsi come normalmente dovrebbero. I minerali, rimanendo localizzati nel rene, fanno accrescere sempre di più le dimensioni del calcolo che, con il passare del tempo provocherà un’ostruzione che potrà arrivare ad impedire il passaggio dell’ultrafiltrato o dell’urina (dipende dalla sua localizzazione).
La pressione che si viene a creare provoca le coliche renali e una perdita della funzionalità del rene che, a lungo andare, può portare all’insufficienza renale. Il dolore insopportabile e la gravità della situazione, tuttavia, fanno ricorrere il paziente alla terapia chirugica, pertanto è raro che si giunga ad un’insufficienza renale.
Come il Tribulus può aiutare ad eliminare i calcoli renali
La fitoterapia è molto utile nella prevenzione dei calcoli renali, perchè molte piante hanno un’azione diuretica: aumentano la pressione sanguigna e attivano meccanismi che fanno in modo che gli elettroliti vengano eliminati in maggiore quantità, e si produca più urina. Il passaggio di un quantitativo maggiore di acqua dal rene è utile perché evita fisicamente che gli elettroliti si possano depositare sulla base già formata del calcolo, impedendone la crescita.
Il Tribulus Terrestris è una delle erbe più indicate per prevenire la formazione di calcoli. Si tratta di una pianta ad attività diuretica, che favorisce la pulizia del rene dagli elettroliti, rendendo così più difficile che il calcolo si formi o, comunque, accresca di dimensione.
Ma questa non è l’unica funzione del Tribulus, che altrimenti sarebbe equiparabile ad altre piante diuretiche come il tarassaco. Questa pianta ha infatti la capacità di inibire l’accrescimento dei cristalli, in particolar modo quella dei cristalli di ossalato di calcio, il tipo di cristallo più comune che si forma nel rene. Il funzionamento sembra basarsi sull’attività antiossidante di alcune molecole di questa pianta, che ha la capacità di legarsi all’acido ossalico e di impedire, di conseguenza, il legame con il calcio che forma il minerale, cioè il calcolo. Si tratta quindi di una difesa naturale per il rene, perché impedisce la formazione creando un ostacolo tra le due componenti principali che formano il minerale. In questo modo l’aggregazione si riduce grazie a:
- attività diuretica, che impedisce al calcio di fermarsi sul minerale già depositato e aggregarsi;
- attività specifica, che impedisce alle due componenti del calcolo di legarsi tra loro.
Lo studio scientifico che ha valutato queste attività ha notato un forte potere inibitorio sulla crescita del calcolo da parte del Tribulus terrestris, che riesce a rallentare di molto l’accrescimento del deposito cristallino.
Bisogna comunque ricordare che l’attività del Tribulus è limitata in funzione delle dimensioni dei calcoli già presenti: pensiamo al suo effetto come all’acqua di un fiume in piena, che con la sua forza rimuove gli ostacoli che trova sul suo cammino. Il fiume non sarà in grado di spostare una roccia troppo grande, per quanta acqua possa trasportare, e dovrà quindi deviare il suo percorso. Una cosa analoga accade a livello renale. Se il calcolo è già troppo grande, è necessaria una rimozione chirurgica.
La fitoterapia diventa nuovamente utile nella fase successiva, per evitare che i calcoli già presenti ma molto piccoli, possano accrescere e causare nuovamente delle ostruzioni.
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