Il fegato grasso e la steatoepatite. La prevenzione delle malattie epatiche

Mar 02, 2023Nutraceutica Biolife
medico-donna-paziente

L’obesità e il sovrappeso sono emergenze mondiali, ma cresce anche il numero delle persone diabetiche o con ipertrigliceridemia (alti livelli di trigliceridi nel sangue).

La causa di queste malattie, precondizioni allo sviluppo di altre patologie, è quasi sempre individuabile in una dieta sbagliata. Un regime alimentare ricco di grassi, quindi ipercalorico prepara il terreno all’ipertrigliceridemia e all’obesità.

I trigliceridi in eccesso sono inoltre in relazione con il metabolismo degli zuccheri, quindi con le malattie metaboliche e sono l’anticamera dei processi infiammatori che interessano le arterie. Possono anche depositarsi nel fegato causando la steatosi epatica.

I livelli dei trigliceridi nel sangue sono influenzati anche dalle malattie renali, dal diabete mellito, dall’assunzione di alcol e dall’utilizzo (non monitorato) di alcune categorie di farmaci.

Che cos’è la steatosi epatica

È una malattia comunemente definita “fegato grasso”. Effettivamente l’organo epatico tende a diventare ipertrofico, si ingrossa perché accumula grasso nelle sue cellule. Un fegato sano contiene normalmente grasso; si parla di steatosi quando il peso del grasso equivale al 5-10% di quello del fegato.

Quali sono i possibili fattori di rischio della steatosi epatica

  • Sovrappeso/Obesità.
  • Età media.
  • Consumo smodato di alcol.
  • Il regime alimentare non è scorretto soltanto quando contempla un’eccessiva assunzione di calorie, ma anche quando porta a malnutrizione e cali drastici di peso (è il caso delle diete condotte senza la guida dello specialista, le cosiddette fai da te possono essere molto pericolose, avere conseguenze serie non solo a carico del fegato, ma anche di altri organi, come il cuore).
  • A volte il fegato si ingrossa per cause differenti da quelle elencate, non ancora del tutto chiare ai ricercatori.

La steatosi epatica o fegato grasso è molto spesso asintomatica. In una piccola percentuale di persone (2-5%) i grassi in eccesso accumulati nell’organo epatico possono dare luogo a una seria infiammazione del fegato, definita steatoepatite.

Differenza tra steatosi epatica e steatoepatite

Nel primo caso si parla di accumulo di grasso nelle cellule epatiche. La steatoepatite è invece una condizione più grave: oltre al grasso in eccesso nelle cellule del fegato, è caratterizzata dall’infiammazione dell’organo, con processi che portano anche alla necrosi (morte delle cellule epatiche). Accade che il tessuto epatico possa essere sostituito da cicatrici, per via del meccanismo che tenta di riparare le cellule in fase di necrosi.

La steatoepatite non alcolica o NASH (Non Alcoholic Fatty Liver Disease) non è correlata, com’è intuibile, all’abuso di alcol. Afferisce a un gruppo di malattie del fegato (NAFLD ovvero Nonalcoholic Fatty Liver Disease, in italiano Steatosi Epatica Non Alcolica) che va dalla steatosi o fegato grasso alla NASH, alla cirrosi, la forma più grave di questo genere di condizioni patologiche.

Caratteristiche della NASH

All’esame istologico non è facile distinguere la forma di steatoepatite alcolica da quella non alcolica. Anche la steatosi semplice non è sempre facilmente distinguibile dalla steatoepatite. Una biopsia dei tessuti può aiutare molto nella diagnosi.

Come si legge nel manuale MSD,

la presenza della sindrome metabolica (obesità, dislipidemia, ipertensione e intolleranza al glucosio) aumenta la probabilità che un paziente abbia la steatoepatite non alcolica (NASH) piuttosto che una semplice steatosi. La patogenesi è scarsamente chiara, ma sembra essere legata all'insulino-resistenza (es., come nell'obesità o nella sindrome metabolica).

La steatoepatite non alcolica è purtroppo sempre più diffusa; sono documentati anche casi di bambini affetti da questa patologia. Come già sottolineato, è soprattutto la dieta poco equilibrata a spianare la strada a tali condizioni.

I sintomi della steatoepatite non alcolica

  • Fatica e malessere generale
  • Stanchezza eccessiva
  • Dolore alla parte alta dell’addome (quadrante destro)
  • Perdita di peso

Quando la malattia si aggrava possono presentarsi altri sintomi, tra i quali la febbre, l’ittero, la nausea e il vomito, l’inappetenza, l’ansia, il nervosismo, la confusione, l’insufficienza epatica, le varici, l’ascite (liquido nell’addome), l’encefalopatia epatica, nei casi più gravi.

La diagnosi si effettua attraverso specifiche analisi del sangue (transaminasi), ecografia, TAC e biopsia. Il medico stabilisce come procedere, sia per la diagnosi, sia per la cura. I farmaci attualmente in studio sono integratori antiossidanti, farmaci insulino-sensibilizzanti, ipolipemizzanti e citoprotettori (Fonti: Fondazione Italiana per la Ricerca in Epatologia ONLUS; MSD; ISS; Humanitas).  

Come si prevengono le malattie del fegato

Un’alimentazione sana, una regolare attività fisica, il consumo costante di frutta e verdura, il mantenimento del peso ideale (varia a seconda delle caratteristiche di ciascuno), il consumo di prodotti ittici più volte alla settimana e l’assunzione di integratori alimentari sono elementi che aiutano a tenere lontane le malattie del fegato, compresa la NASH.

Biolife Maitake, epatoprotettore adatto anche ai vegani

È un integratore in capsule titolato al 50% in polisaccaridi e al 30% in betaglucani, adatto anche a chi segue una dieta vegana. Il suo contenuto in polisaccaridi, vitamine, sali minerali e altri antiossidanti sostiene l’organismo in tutte le sue funzioni. Favorisce quindi il benessere generale, contrastando in particolare le malattie legate al sovrappeso.

Biolife Maitake è uno speciale epatoprotettore:

  • è in grado di contenere le transaminasi alte,
  • supporta la produzione di insulina,
  • è un regolatore dei lipidi e della glicemia,
  • sostiene le funzioni pancreatiche
  • ha caratteristiche anti-cancro (contribuisce a rallentare lo sviluppo delle cellule tumorali).
È sempre indicato informare il medico dell’assunzione di farmaci da banco e integratori, sebbene si tratti di prodotti differenti. I secondi supportano i medicinali, nelle terapie, e possono aiutare l’organismo ogni volta che si renda necessario un supporto, anche in assenza di patologie.

Potrebbe interessarti anche..

Commenti (0)

Non ci sono commenti per questo articolo. Sii il primo a lasciare un messaggio!

Lascia un commento

Attenzione: i commenti devono essere approvati prima di venir pubblicati