La tendenza all’isolamento sociale, la dipendenza dai social network o dai videogiochi e i disturbi dell’alimentazione riguardano purtroppo molti giovanissimi. Uno studio realizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’Istituto Superiore di Sanità ed Explora Addiction Research Division evidenzia che quasi due milioni di adolescenti, nel nostro Paese, hanno comportamenti probabilmente riconducibili a una dipendenza.
Un ragazzo su 40 è dipendente dai social e tra le ragazze sembra che la percentuale sia più alta. L’abitudine a trascorrere molte ore davanti a uno screen (che sia quello del computer, dello smartphone o di un altro dispositivo elettronico) riguarda anche gli adulti. Ma, prima di proseguire, è fondamentale distinguere tra abitudine e dipendenza.
Differenze tra abitudine e dipendenza
Il termine abitudine deriva dalle parole latine habitudo, habitus. Il significato è “aspetto”, “contegno”; il termine dipendenza ha origine anch’esso dal latino e significa “pendere da”. Queste definizioni sono piuttosto chiare e tracciano nettamente la differenza tra la dipendenza e l’abitudine.
- L’abitudine è un comportamento che viene reiterato, sempre uguale a sé. Per esempio, andare a fare fitness sempre alla stessa ora. Un’abitudine è una prassi che rispettiamo più che altro per comodità.
- La dipendenza invece corrisponde alla necessità di fare qualcosa, una sorta di sottomissione dell’io rispetto a qualcosa o a qualcuno.
L’abitudine si può cambiare, anche se a volte lo si fa con difficoltà. La dipendenza rientra nella sfera delle patologie, occorre chiedere aiuto per liberarsene.
Si può essere dipendenti da qualsiasi cosa; esistono anche le dipendenze affettive. Oggi sono molto diffuse le dipendenze dal gioco e dalla rete. Un fenomeno che colpisce anche gli adulti.
Gli ultimi dati sul nostro rapporto con internet
Leggendo il rapporto Digital 2023, realizzato da We are social, in collaborazione con Meltwater, si può avere un’idea di quanto diffusa sia la dipendenza da internet. Il rapporto si concentra, come sempre, sulla diffusione della connessione alla rete, nei vari Paesi del mondo, sulle abitudini dei fruitori della tecnologia e su quanto tempo le persone trascorrono navigando in rete.
Molte professioni si basano sull’uso esclusivo dei videoterminali. Basti pensare alla digitalizzazione di molte attività e al fatto che, secondo il Report, il 64% della popolazione mondiale ha accesso a Internet. Le previsioni di We Are Social in “Digital 2023” ci dicono, insomma, che entro la fine di quest’anno almeno due persone su tre a livello globale saranno online (Fonti: Wearesocial.com; Ansa). Rallenta la crescita degli utenti, ma continuano ad aumentare le connessioni.
Naturalmente le dipendenze seppure diffuse, non rappresentano che una percentuale sul totale dei fruitori della rete. È sbagliato criminalizzare il mezzo. Piuttosto è importante indagare sulle motivazioni che spingono alcune persone a passare tanto tempo davanti a un monitor.
Tutti loro, però (sia chi usa i dispositivi elettronici come strumenti di lavoro, sia coloro che ne fanno un uso diverso, fino a diventarne dipendenti, in alcuni casi) trascorrono diverse ore davanti a uno schermo. Ciò può causare problemi di salute, senza un’adeguata prevenzione. Ne abbiamo già scritto, in precedenza.
Come prevenire i problemi della vista
- Occorre controllare la vista almeno una volta all’anno.
- Quando si lavora al computer si dovrebbero fare delle pause di 15/20 minuti ogni due ore e adottare prodotti anti-luce blu.
- Trascorrere del tempo all’aperto aiuta la vista.
- Alimentarsi correttamente, ingerendo cibi che contengano Sali minerali e vitamine favorisce la salute degli occhi.
Che cos’è la luce blu
Si tratta di una radiazione elettromagnetica che l’occhio umano percepisce solo in parte. È la più dannosa per l’occhio, a causa della sua lunghezza d’onda (più bassa). Questa caratteristica fa sì che abbia una frequenza e un’energia maggiori (ovvero la fonte dei problemi per la vista).
Gli schermi di computer, laptop, i-pad, smarphone e televisori emettono la luce blu. Esistono prodotti che proteggono la vista dalla radiazione elettromagnetica.
L’uso di occhiali ad hoc, progettati e realizzati allo scopo di garantire una protezione dagli effetti della luminosità degli schermi, è assolutamente raccomandabile (in particolar modo a chi svolge attività professionali che richiedono l’uso dei dispositivi elettronici). Chi non ha problemi alla vista, può farsi confezionare lenti neutre anti-luce blu.
Il ruolo degli omega 3 per la salute degli occhi
Gli omega 3 sono acidi grassi polinsaturi, essenziali per il nostro organismo. Si possono assumere attraverso il cibo. Gli altri acidi grassi essenziali per l’organismo umano sono gli omega-6. La fonte principale di omega-3 sono i pesci grassi, come le sardine e il salmone, le noci, i semi di lino, l’olio di soia e altri alimenti.
Perché gli omega 3 sono importanti per gli occhi
- Hanno proprietà vasodilatatrici e favoriscono l’elasticità dei capillari degli occhi.
- Sono essenziali nello sviluppo dei tessuti oculari.
- Sono fondamentali per la salute degli stessi tessuti.
Gli integratori ecosostenibili amici della vista
Biolife Omega 3 Vegan in gocce è un integratore ecosostenibile utilissimo a chi vuole proteggere gli occhi, l’integrità e la funzionalità della pelle e delle articolazioni. Il prodotto contiene olio di canapa, DHA, vitamina E, vitamina D3.
- ll DHA di origine vegetale è un nutriente fondamentale ed essenziale delle membrane cellulari, in particolare dei sistemi nervosi e dell’occhio, nei quali garantisce flessibilità e fluidità.
- Il DHA è estratto da una micro-alga marina, la Schizochytrium, composta da ammassi di organismi unicellulari e ricca di numerosi acidi grassi, che in seguito a processo fermentativo, vengono isolati e purificati.
- La versione algale, autorizzata secondo il regolamento Novel Food, è adatta ai vegetariani e ai vegani ed è completamente esente da inquinanti ambientali, ha un profilo organolettico migliore.
Tutti i motivi per assumere Biolife Omega3 Vegan
- Contribuisce al mantenimento dei normali livelli di trigliceridi nel sangue
- Il DHA (acido docosaesaenoico) contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale e della normale capacità visiva.
- Contrasta i disturbi del ciclo mestruale
- La vitamina E (DL-alfa-tocoferolo) contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo
- La vitamina D3 contribuisce al normale assorbimento/utilizzo del calcio e del fosforo e al normale funzionamento delle cartilagini articolari.
- Sostiene la normale integrità e funzionalità delle membrane cellulari, della pelle e delle articolazioni.
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