Curare una malattia significa anche curare l’alimentazione

Aug 05, 2022Nutraceutica Biolife
Curare una malattia significa anche curare l’alimentazione

Perché è opportuno assumere curcuma

L’alimentazione rappresenta un gruppo di tessere fondamentali nel puzzle del nostro benessere psico-fisico.

Molte patologie hanno origine da una nutrizione non adatta; tutte si curano, oltre che con i farmaci, intervenendo sull’alimentazione.

Gli studi sul microbiota confermano il ruolo chiave della dieta nel determinare condizioni patologiche.

Il microbiota e l’eubiosi

Il microbiota è costituito da batteri, parassiti, lieviti e virus che popolano il tratto enterico. Non sempre questi microrganismi convivono in una situazione di equilibrio. L’eubiosi è la condizione ottimale.

Garantisce che queste comunità che il nostro organismo ospita possano agire in sincrono e in modo funzionale e salutare. Si potrebbe affermare che i batteri ospitano l’essere umano, non viceversa, considerato il loro numero elevatissimo; secondo alcuni studiosi sarebbero in numero superiore a quello delle cellule del corpo umano.

I prodotti della disbiosi che causano infiammazioni

I problemi arrivano quando l’equilibrio si rompe e l’eubiosi diventa disbiosi. I microrganismi presenti nell’intestino producono sostanze che vengono assorbite dallo stesso.

Tali prodotti raggiungono il fegato attraverso la vena porta, come è ben spiegato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità. E se queste sostanze sono il frutto della disbiosi possono rappresentare un rischio di tossicità per l’apparato gastroenterico e provocare infiammazioni.

In condizioni normali, quindi di equilibrio, il microbiota sintetizza sostanze fondamentali per la salute umana, quali enzimi e sostanze utili alla stimolazione e alla protezione delle difese dell’organismo. In altre parole, il sistema immunitario riceve importantissimi benefici da un microbiota in salute.

Alcuni batteri sono responsabili della sintesi di sostanze utili (come la vitamina K) ed è grazie a loro che vengono digerite molecole complesse, processo che dà il via alla produzione di altre molecole, potenzialmente molto utili per il benessere generale. 

Le caratteristiche del microbiota 

Naturalmente quando si parla di microbiota ci si riferisce a diverse famiglie di batteri. I ceppi indigeni presidiano, per così dire, l’intestino e impediscono la formazione di colonie di altri batteri, alcuni dei quali sono portatori di malattie. Inoltre, i batteri intestinali producono l’acido burritico (fa parte degli acidi grassi a catena corta), anch’esso importante per l’equilibrio enterico.

Queste sostanze sono in grado di prevenire infiammazioni e tumori.

Un microbiota costituito da una popolazione di batteri in gradi di digerire e fermentare i flavonoidi presenti nella frutta e nella verdura favorisce la produzione di sostanze protettive per il cuore e per la circolazione. 

Un microbiota alterato può favorire l’obesità

Un eccesso di acidi grassi saturi e di calorie alimenta invece ceppi di batteri che promuovono l’infiammazione. Anche l’appetito e la regolazione del peso sembrano dipendere da alcune sostanze presenti nel microbiota enterico.

Se la dieta è povera di fibra, diminuisce la popolazione dei Bacterioides, mentre aumenta quella dei Firmicutes.

Diversi studi suggeriscono che il rapporto tra i due ceppi sia un fattore importante per l’obesità. Si può concludere che più è varia la popolazione all’interno del tratto intestinale, meglio è; la compresenza di ceppi diversi di batteri favorisce il benessere generale.

Queste informazioni sono contenute in un’ampia sezione del portale della Fondazione Veronesi. Naturalmente non esiste un regime alimentare universalmente valido, proprio perché ogni microbiota è un insieme di comunità batteriche e di altri elementi che cambia a seconda dell’organismo che lo ospita. 

Curare l’alimentazione è importante sempre, e lo è ancora di più in presenza di una patologia. Con infiammazioni in corso, per esempio, andrebbero evitate alcune categorie di alimenti.

Essere curati anche dal punto di vista nutrizionale è fondamentale, per il buon esito della terapia e per il processo di guarigione.

Mangiare in maniera adeguata migliora la qualità della vita del paziente e accelera la remissione della malattia.

L’approccio alla malattia deve essere multidisciplinare e comprendere l’alimentazione

In questo senso, un grande aiuto può arrivare dal biologo nutrizionista. Una figura di riferimento per tutte le persone cui sia stata diagnosticata una patologia, quindi pazienti che seguono una terapia farmacologica prescritta da un medico.

Quest’ultimo, infatti, si occupa della cura e della verifica dei suoi risultati, nelle diverse tappe in cui la terapia è articolata. Il biologo nutrizionista, invece, basandosi sulle caratteristiche del paziente e della patologia che lo ha colpito, è in grado di suggerire alimenti da assumere, per potenziare le cure e cibi da evitare, perché poco adatti al momento. 

Assumere integratori alimentari è molto utile, offre un valido sostegno alle cure. È importante che sia il medico a suggerire (sulla base degli esami ematici e delle condizioni del paziente) quali prodotti naturali assumere. Dipende dai dosaggi dei micronutrienti nel sangue, che è sempre il medico a valutare. Approfondimenti in merito alla nutrizione e alla dietetica si trovano sui portali universitari, sui siti Humanitas e Fondazione Veronesi, tra gli altri.

La curcuma piace alla scienza

Una delle sostanze naturali che desta grande interesse nella comunità scientifica è la curcuma.

Ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, ed è un ottimo supporto nella prevenzione delle patologie cardiocircolatorie e neurodegenerative. 

Nota anche come zafferano delle Indie, appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae; usata nella cucina e nella medicina orientale, oggi è abbondantemente presente anche in occidente.

Dal rizoma, il fusto della pianta, viene ricavata la famosa polvere gialla. Anche qui ci viene in aiuto la Fondazione Veronesi che riporta i risultati di numerosi studi in vivo sulla curcuma longa.

La curcumina (la sostanza più abbondante nella curcuma) può inibire la produzione di ossido nitrico e delle specie reattive dell’ossigeno e fungere da «spazzino» in presenza di metalli come rame, manganese e ferro.

Evitare lo stress ossidativo è importante, per prevenire malattie come il cancro, il diabete e le patologie cardiache e neurodegenerative. 

La curcuma è in grado di agire contrastando l’infiammazione, il processo che è alla base dell’insorgenza di moltissime malattie.

Anche le persone obese possono trarre giovamento dal consumo di questa sostanza. È bene però sapere che la quantità di principio attivo che si assume attraverso il cibo, cioè aggiungendo la curcuma alle pietanze, non è sufficiente a produrre gli effetti benefici evidenziati. 

Ecco perché assumere un buon integratore alimentare è un’ottima idea. Si valuta un prodotto anche in base al tipo di formulazione e alla biodisponibilità. Biolife Curcumin Plus è innovativo anche per la sua formulazione che agevola l’assorbimento rapido del principio attivo. Possono usare il prodotto sia le persone sane, a scopo preventivo, sia le persone in cura per una o più patologie. 

I punti di forza di Biolife Curcumin Plus sono i seguenti

  • È un prodotto italiano al 100%
  • La curcuma è registrata e approvata dal Ministero della Salute
  • È l’integratore italiano con la più alta biodisponibilità, cioè è immediatamente assimilabile (nei prossimi aggiornamenti ne scopriremo i meccanismi)
  • È un prodotto che anche i vegani possono assumere
  • Va bene per adulti e bambini
  • Ha un gusto molto piacevole, per via degli aromi alla fragola e ai frutti di bosco
  • Non contiene piperina, sostanza che può rivelarsi irritante

L'estratto di curcuma svolge diverse funzioni

  • Antinfiammatoria
  • Epatoprotettiva, tutelando la salute del fegato
  • Coleretica, ovvero stimola la secrezione della bile
  • Carminativa, cioè agevola la fuoriuscita di gas dallo stomaco e dall’intestino
  • Ipolipemizzante, quindi diminuisce i lipidi nel sangue (ad esempio il colesterolo)
  • Antitrombotica, contribuisce quindi a ridurre la formazione di coaguli nel sangue
  • Immunostimolante, poiché favorisce il corretto funzionamento del sistema immunitario
  • Antiossidante, perché contrasta i processi ossidativi
  • Antimicrobica

Il Ministero della Salute suggerisce: assumere quotidianamente un integratore di curcuma aiuta a favorire e migliorare

  • La funzione digestiva
  • La funzione epatica
  • La funzionalità del sistema digerente
  • La funzionalità articolare
  • Contrasta i disturbi del ciclo mestruale

Non esistono integratori in grado di sostituire il cibo. Vanno assunti nell’ambito di un regime alimentare equilibrato, sono distinti dai farmaci e possono offrire un valido sostegno alle persone sane, così come a chi segue una terapia farmacologica.

Prima della loro assunzione è sempre bene informare il medico curante.

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