All’origine di una patologia della pelle chiamata cheratosi, per la prima volta descritta nel 1869, possiamo trovare, singolarmente o in compresenza, i seguenti fattori:
Definizione: Alterazione della pelle con conseguente ispessimento del suo strato corneo, cioè lo strato più superficiale dell’epidermide, quello che ci difende dalle minacce esterne.
Questo strato è più spesso nelle mani e nei piedi, parti del corpo più soggette alle sollecitazioni, meccaniche e non.
L’aspetto dell’epidermide colpita da cheratosi è verrucoso, l’ispessimento è visibile anche per la differenza di colore rispetto alla pelle non alterata.
La pigmentazione è per lo più grigiastra, comunque tendente al bruno.
Le cheratosi si distinguono per:
Si classificano in:
Nelle lesioni seborroiche si osserva un’alterazione dell’epidermide che può anche essere liscia, in qualche caso friabile.
Queste lesioni compaiono in genere sul volto e sul tronco, generalmente dopo i 50 anni, spesso per fattori genetici.
Si procede:
In genere le cheratosi seborroiche sono benigne.
In qualche caso può essere opportuno fare un esame istologico; è il medico a valutare caso per caso.
Le cheratosi attiniche o solari colpiscono prevalentemente le persone che si espongono eccessivamente alle radiazioni solari, anche se l’età non è avanzata.
Sono sempre considerate dei campanelli d’allarme, la prima fase di una lesione cancerosa (sono classificate come carcinomi intraepidermici).
Queste chiazze scure e secche si presentano nelle parti del corpo scoperte, quelle esposte al sole. Se non trattate possono essere pericolose, degenerare nel carcinoma spinocellulare.
Occorre, come nel caso della cheratosi seborroica, sottoporsi a controlli periodici e intervenire tempestivamente per evitare conseguenze nefaste.
Per il trattamento si ricorre:
I fattori di rischio della cheratosi (in particolare di quella attinica o solare) sono:
Alcuni studi scientifici hanno fatto rilevare quanto sia importante, per le difese dell’organismo, un corretto apporto di vitamina D.
Scarsi livelli nel sangue di Vitamina D possono favorire alcune patologie, come quelle che colpiscono la pelle.
La vitamina D si assume con l’esposizione alla luce solare e attraverso il cibo. Una passeggiata quotidiana, in orario diurno (con viso e braccia o mani scoperti), aiuta a produrre vitamina D.
Se si cammina a passo veloce per almeno trenta minuti, ogni giorno, si aiutano i muscoli, le ossa, il cuore e il cervello a tenersi sempre in forma.
I medici raccomandano una moderata attività fisica almeno tre volte alla settimana, per l’equilibrio psico-fisico.
La vitamina D, oltre a essere indispensabile al tessuto osseo, svolge azioni cosiddette extra-scheletriche.
Contribuisce a garantirci un sistema immunitario efficiente e a contenere o spegnere le infiammazioni.
Se il sistema immunitario ha dei problemi, le conseguenze possono essere visibili anche sulla pelle.
È importante prendersi cura della pelle, con una corretta alimentazione (bilanciata e ricca di vegetali) e con creme idratanti. Niente di sofisticato, basta idratarla (scegliendo il prodotto più adatto al proprio tipo di pelle) e proteggerla.
Può essere d’aiuto assumere integratori a base di vitamine, in particolare di vitamina D, in caso di carenze. È il medico a suggerire i dosaggi corretti.
Un altro aiuto può arrivare da prodotti che potenziano il sistema immunitario (soprattutto quando è indebolito dalla chemioterapia o da cure a base di immunosoppressori o in presenza di malattie come l’AIDS).
NKLife AHCC è un integratore dalle molteplici funzioni. Si tratta di un composto derivato dal fungo Shiitake (nome scientificio: Lentinula edodes), che agisce stimolando le difese dell’organismo. Poiché ha un peso molecolare bassissimo è di facile assimilazione. Sono previste due formulazioni, in capsule e in soluzione orale.
Un altro integratore indicato per aiutare le cellule contro i processi ossidativi è OxyLift in gocce.
Ha un effetto: