I calcoli renali possono essere più difficili da trattare quando sono asintomatici. La malattia cui si fa riferimento è la calcolosi o litiasi (o nefrolitiasi), comunissima patologia delle vie urinarie. Accade che le vie urinarie non siano libere per via della presenza, al loro interno, di pietruzze o sassolini. È ciò che significa il termine latino calculus (da cui calcolo).
Come si formano i calcoli
Per un’eccessiva concentrazione di una sostanza contenuta nelle urine. La sostanza precipita dando origine a cristalli che si fondono tra loro nel fondo dei calici renali. La sostanza, in genere, corrisponde a ossalato di calcio. Può trattarsi anche di fosfato di calcio oppure di acido urico. Questi ultimi elementi riescono a sciogliersi con l’uso di alcuni farmaci. Esistono inoltre i calcoli di cistina (ma si tratta di una condizione particolare, spesso congenita). Infine, anche alcune infezioni batteriche possono favorire la formazione di calcoli.
Come si affronta la calcolosi renale
La calcolosi renale è in realtà una malattia che prevede più modalità di approccio. Se il paziente è preso in carico da un’equipe multidisciplinare è possibile affrontare il problema anche dal punto di vista endocrinologico. Non solo, a supporto dell’attività dell’urologo e del nefrologo, intervengono gli esperti radiologi e i nutrizionisti (Fonte: Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico).
Come sottolineato, la calcolosi renale è spesso asintomatica. Generalmente la malattia si manifesta quando i sassolini si spostano dal rene all’uretere. Possono raggiungere la vescica ed essere eliminati con l’urina. A volte l’espulsione va favorita. Una corretta terapia medica può essere sufficiente a determinare l’espulsione di calcoli che non superino i 5 mm.
Quando i calcoli non possono più essere trattati farmacologicamente, né vengono espulsi spontaneamente, si interviene chirurgicamente.
Quali dimensioni hanno i calcoli
La calcolosi renale è molto diffusa (più o meno tre uomini e due donne su venti), soprattutto nella fascia d’età 30-60 anni. È raro che si presenti nei soggetti molto giovani (prima dei vent’anni). I sassolini sono diversi, per numero, dimensioni e composizione. Si va da formazioni di pochissimi millimetri o addirittura dalla cosiddetta presenza di sabbia (o renella) a formazioni di diversi centimetri.
Quali sono i principali fattori di rischio per la calcolosi renale
- Familiarità
- Dieta poco equilibrata
- Obesità
- Farmaci
- Infiammazioni dell’apparato digerente e altre patologie
Quali sono i sintomi della calcolosi renale
Quando si presentano, possono essere molto fastidiosi, in alcuni casi molto dolorosi. Il dolore può essere temporaneo (causato da passaggio di un calcolo nelle vie urinarie) o persistente. Il dolore non passa e può essere difficilmente tollerabile quando il calcolo resta bloccato nel rene o non riesce a passare attraverso le vie urinarie. Si possono avvertire i seguenti sintomi:
- dolore intenso alla parte bassa dell’addome, della schiena e talvolta all’inguine;
- nausea;
- bisogno frequente di urinare;
- difficoltà a stare fermi;
- dolore mentre si urina;
- presenza di sangue nelle urine.
Quando c’è ostruzione dell’uretere può generarsi un’infezione per via dell’urina ristagnante. In questo caso la sintomatologia si complica. Si manifesta anche la febbre, tra gli altri segnali, e la diarrea. I brividi accompagnano la condizione dolorosa. È importante ricorrere al medico, sia in caso di lievi disturbi, sia in caso di coliche. In presenza di sintomi più intensi, l’intervento del medico deve essere tempestivo, per evitare che la situazione peggiori.
Trattamenti generalmente prescritti
Il medico può prescrivere antidolorifici, antiemetici e antibiotici (se sono in corso infezioni batteriche). Prima di tutto, è importante che il paziente si sottoponga a esami diagnostici (analisi sangue; ecografia e altre indagini, se il caso lo richiede). La terapia prevede anche l’assunzione di acqua a intervalli di tempo stabiliti dal medico. Bere è, in ogni caso, molto importante.
Talvolta potrebbe essere necessario procedere chirurgicamente. L’intervento può essere eseguito con modalità differenti. È lo specialista a valutare in che modo intervenire. Attualmente esiste un nuovo approccio quando il trattamento conservativo fallisce e non c’è possibilità che i calcoli siano espulsi spontaneamente.
La litotrissia retrograda per via ureterorenoscopica, tecnica con meno rischi
- Con la litotrissia retrograda per via ureterorenoscopica (RIRS) si raggiungono le cavità renali attraverso le vie naturali, con strumenti flessibili e digitali. Il vantaggio (rispetto al cosiddetto ‘bombardamento’ dei calcoli) è che si tratta di un intervento che richiedono una sola notte di degenza, e riduce notevolmente il rischio di sanguinamenti.
- L’endocrinologo e il nutrizionista intervengono in un secondo momento, ritagliando per il paziente una dieta e attività che impediscano la formazione di nuovi calcoli (Fonte: Fondazione Campus Bio-Medico).
Cosa fare per prevenire i calcoli renali
- Bere acqua regolarmente (due litri al giorno) è la prima strategia preventiva.
- Evitare le bevande gassate e preferire le spremute di frutta (meglio se fatte in casa), senza zuccheri aggiunti, il tè e le tisane.
- Mangiare con regolarità, in porzioni equilibrate, è un altro consiglio per prevenire la calcolosi renale. Mai saltare i pasti e poi ingurgitare grandi quantità di cibo per recuperare.
- Privilegiare la frutta e la verdura e razionalizzare il consumo della carne. È bene anche evitare di stressarsi, così come la sedentarietà.
- Dedicarsi, quindi, regolarmente a una sana attività fisica (camminare a passo veloce va benissimo, meglio se ogni giorno, almeno per mezz’ora).
La dieta può essere integrata con l’assunzione di prodotti nutraceutici, come Biolife Tribulus Terrestris. Un integratore alimentare a base di estratto di Tribulus Terrestris (una pianta contenente molte saponine) titolato al 90%. Una percentuale che non si trova in altri prodotti (generalmente non supera il 60%).
Che cos’è il Tribulus Terrestris
Il Biolife Tribulus Terrestris, chiamato comunemente tribolo, è una pianta appartenente alla famiglia delle Zygophyllaceae che cresce nelle regioni subtropicali dell’Asia orientale e occidentale, in Europa meridionale e in Africa. È una pianta ricca di saponine (sostanze diuretiche, antinfiammatorie, espettoranti, tonificanti), concentrate per lo più nelle foglie e nei semi, utilizzati questi ultimi per ottenere prodotti a uso terapeutico.
Perché il Tribulus può essere utile ai reni
Questa pianta viene indicata come possibile aiuto nel trattamento dei disturbi renali (come i calcoli): le sue proprietà diuretiche sono dovute alle grandi quantità di nitrati e olio essenziale presenti nei suoi frutti e nei semi, oltre alla presenza di sali di potassio in alta concentrazione. L’azione diuretica è utile per il controllo dei valori della pressione arteriosa.
Alcuni tra i principali benefici del prodotto Biolife Tribulus
- Aumenta il livello del testosterone.
- È usato nei trattamenti dei disturbi renali.
- È utile per il controllo dei valori della pressione arteriosa.
- È utilizzato dagli sportivi per sviluppare, in maniera naturale, la massa muscolare.
Biolife Tribulus Terrestris è completamente vegetale, è adatto quindi anche a chi segue una dieta vegana. È sempre bene informare il medico dell’assunzione eventuale di integratori naturali, soprattutto se si segue una terapia farmacologica.
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