L’artrite reumatoide è un’infiammazione sistemica cronica che interessa tutte le articolazioni. La sua progressione può compromettere anche altri organi, come i polmoni, i vasi sanguigni, le membrane sierose (rivestimento delle pareti interne degli organi), gli occhi e la pelle.
Con il tempo, le articolazioni tendono a deformarsi. I segni evidenti della malattia sono la tumefazione e il dolore che colpiscono le piccole e grandi articolazioni.
I primi sintomi interessano in genere le mani e i piedi, ma anche tutte le altre articolazioni con la membrana sinoviale (un tessuto connettivo che riveste internamente la capsula articolare e la parte articolare dell’osso). In genere la malattia colpisce più di quattro articolazioni contemporaneamente. In questo caso si deve intervenire con prontezza, per evitare complicanze.
Un altro sintomo è la rigidità articolare al risveglio. Di norma non interessa la colonna vertebrale, ma l’artrite può coinvolgere, in fase avanzata, anche il rachide, in particolare il tratto cervicale. Tra i fattori predisponenti, anche la familiarità. Due varianti molto rare della patologia sono il morbo di Felty e la sindrome di Kaplan. Le cause dell’artrite reumatoide non sono facilmente identificabili, trattandosi di una malattia autoimmune.
La diagnosi viene effettuata sulla base degli esami ematici, che devono comprendere la ricerca del fattore reumatoide, degli anticorpi anti-CCP (anti citrullina), la VES (velocità di eritrosedimentazione), la PCR (proteina C reattiva; compare generalmente quando è in corso una infiammazione, può essere anche indice di malattia tumorale).
La presenza nel sangue del marker anti-CCP consente di diagnosticare l’artrite reumatoide con anticipo, rispetto alla manifestazione dei primi sintomi. In presenza di un paziente che lamenta rigidità articolare, con compromissione della capacità di mobilità, dolore e gonfiore articolari, il medico prescrive le analisi del sangue comprendenti i marker citati. I risultati sono già un’ottima traccia, sulla base della quale eventualmente procedere con ulteriori esami. Prima del prelievo di sangue bisogna sospendere l’eventuale assunzione di determinati farmaci e integratori, per poi riprendere regolarmente.
Gli altri esami generalmente prescritti sono:
e, se la patologia è già in fase avanzata:
Nelle fasi attive della patologia, è previsto l’uso ciclico del cortisone e di antinfiammatori non steroidei, per alleviare il dolore. La terapia d’elezione, invece, predilige l’impiego di immunosoppressori (es. il methotrexate). In casi circoscritti si ricorre anche all’idrossiclorochina e alle ciclosporine.
I pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali possono essere trattati con prodotti biologici, come gli anticorpi monoclonali o altri farmaci che bloccano l’infiammazione.
Sebbene i sintomi delle due affezioni possano essere confusi dal paziente, si tratta di malattie che hanno caratteristiche differenti. In tutti e due i casi le parti colpite sono le articolazioni, con dolore e rigidità nei movimenti.
Ma l’artrosi è una malattia degenerativa cronica, mentre l’artrite è una patologia infiammatoria.
Quest’ultima ha origine autoimmune e può colpire a qualsiasi età, sebbene la fascia maggiormente interessata sia quella compresa tra i 40 e i 50 anni (prevalentemente soggetti femminili).
L’artrosi si presenta invece, nella maggior parte dei casi, dopo i 50 anni. Gonfiore, tumefazione, arrossamento, rigidità e aumento della temperatura nelle zone colpite sono i sintomi tipici dell’artrite. Nell’artrosi si verifica dolore nelle parti del corpo generalmente più sollecitate, come le ginocchia, le mani, i piedi, le spalle e la colonna vertebrale. Sono entrambe patologie reumatiche. Ad ogni modo, gli esami clinici offrono la certezza diagnostica.
Il caffè e il tè non aiutano le articolazioni infiammate. Così come i dolci, gli snack industriali, i salumi, le carni in scatola e i superalcolici.
Il cibo speziato è più saporito; ciò è già un buon motivo per preferirlo. Le persone affette da artrite reumatoide hanno una ragione in più per speziare gli alimenti. La curcumina e lo zenzero sono notoriamente degli ottimi antinfiammatori. Si possono usare anche per condire le insalate. La frutta non deve mai mancare nel menu; è indispensabile a chi soffre di malattie reumatiche. Da preferire, i mirtilli e il melograno, per le loro proprietà antiossidanti, così come il kiwi, ricco anch’esso di polifenoli.
Anche il pesce azzurro è un ottimo alleato contro l’artrite reumatoide, così come tutti i cibi che contengono i preziosi omega-3.
Si tratta di alimenti generalmente sconsigliati anche a chi segue una terapia oncologica. Alimenti dei quali tutti dovremmo razionalizzare il consumo.
Si tratta:
Chi ha l’artrite reumatoide dovrebbe evitare o contenere il consumo di:
Sarà comunque il medico a suggerire il regime alimentare più adatto a ogni singolo paziente.
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