Nuovi monoclonali per le malattie cardiache
Gli anticorpi monoclonali sono prodotti in laboratorio per riconoscere un determinato antigene (molecola che il sistema immunitario classifica come estranea e potenzialmente pericolosa) e per legarsi a esso con lo scopo di neutralizzarlo.
Ne esistono quattro diversi tipi e vengono impiegati non solo a fini terapeutici, contro malattie infiammatorie, infettive e tumorali, ma anche con finalità diagnostiche. Gli anticorpi monoclonali sono utilizzati anche per potenziare il sistema immunitario.
Negli ultimi due anni si è sentito spesso pronunciare il nome di queste molecole, per il loro ruolo nel contrastare la malattia da Sars-CoV-2, cioè il Covid-19.
Le ultime scoperte e studi scientifici sugli anticorpi monoclonali e le malattie cardiache
Il farmaco biologico è importante anche in caso di infarto e ischemia. Lo dimostra una recente ricerca guidata da Serena Zacchigna, docente di Biologia Molecolare all'Università degli Studi di Trieste e responsabile del laboratorio di Biologia Cardiovascolare dell'International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) di Trieste. I risultati dello studio, alla realizzazione del quale hanno collaborato l’Università di Zagabria (Croazia) e un team di cardiochirurghi di Innsbruck, sono stati pubblicati dalla rivista Nature Communications.
"Le nuove terapie biologiche stanno trasformando le cure oncologiche o delle malattie ereditarie, mentre sono davvero pochi i farmaci biologici per il trattamento delle malattie cardiovascolari - spiega Zacchigna. La stragrande maggioranza delle terapie ad oggi approvate sono piccole molecole chimiche che generalmente hanno un unico bersaglio, bloccano ad esempio l'azione di un enzima o di un recettore. Al contrario, i farmaci biologici riproducono elementi che normalmente esistono nei nostri tessuti e hanno perciò la potenzialità di interferire con meccanismi complessi di terapia. Sono però più difficili da preparare e utilizzare, oltre che più costosi, e per questo complicati da traslare dagli studi sperimentali ai pazienti".
Le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte al mondo. Diciotto milioni all’anno i decessi e secondo le stime il trend è in crescita. Prosegue la campagna di prevenzione avviata dall’OMS. Una dieta equilibrata e uno stile di vita sano e attivo aiutano ad allontanare il rischio di sviluppare una patologia cardiovascolare, di avere un infarto o un ictus.
Aumentano invece il rischio cardiovascolare l’ipertensione, ossia l’aumento costante della pressione arteriosa; il colesterolo in eccesso; il diabete e l’obesità.
Come prevenire le malattie cardiovascolari
Una sana alimentazione può essere supportata dall’assunzione di integratori alimentari specifici. Sostanze naturali che colmano eventuali carenze nella dieta e potenziano anche l’attività del sistema immunitario. Prodotti che favoriscono il corretto funzionamento dell’apparato cardiovascolare, aiutano a controllare il peso, regolano i livelli di colesterolo nel sangue e tengono sotto controllo l’indice glicemico.
Gli integratori a supporto dei farmaci utilizzati per le malattie cardiovascolari
Tra i migliori prodotti della nutraceutica consigliabili per promuovere il benessere del cuore, Il Biolife Cordyceps è in grado di proteggere il cuore e il sistema vascolare, grazie alla presenza di adenosina e altri nucleotidi, che migliorando la circolazione coronarica e vascolare, stabilizzano il battito cardiaco in caso di aritmie e tachicardie. Uno studio condotto su pazienti con insufficienza cardiaca cronica, la somministrazione a lungo termine di Cordyceps in combinazione con trattamenti convenzionali, ha evidenziato un aumento della qualità complessiva della vita dei pazienti; è inoltre in grado di regolarizzare i valori lipidici del colesterolo e dei trigliceridi.
Un altro prodotto molto utile e facile da assumere è il Biolife Omega 3 Vegan un integratore naturale e vegano che racchiude la combinazione di Olio di canapa e Olio Vegetale algale, ricco di DHA. Gli omega 3 sono i grassi alleati del cuore per eccellenza. E come tali permettono di ridurre gli eventi associati alle cardiopatie coronariche. Si sono inoltre riconfermati efficaci nella riduzione dei trigliceridi (un effetto non a caso riconosciuti anche dall'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) e capaci di far aumentare le HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”).
Le malattie cardiache si curano con i farmaci e gli integratori alimentari non vanno confusi con i medicinali. Possono tuttavia essere un valido supporto alle terapie farmacologiche, perché favoriscono le funzioni degli organi.
Commenti (0)
Non ci sono commenti per questo articolo. Sii il primo a lasciare un messaggio!