Con l’avanzare dell’età all’essere umano vengono a mancare alcune capacità fisiche. Se tutto ciò è fisiologico ed insito nel processo di invecchiamento, la diminuzione di numero e di dimensione delle fibre muscolari, anche detta sarcopenia, è una condizione che porta alla perdita della forza di contrazione.
Anche i giovani possono essere affetti da sarcopenia dovuta al mancato utilizzo dei muscoli. Per questo, dopo una frattura ad un arto, che necessita di un periodo di immobilizzazione, è necessario sottoporsi ad un periodo di riabilitazione, atto a recuperare il tono e le funzionalità muscolari.
I soggetti affetti da malattie croniche, a causa della mancanza di movimento, possono andare incontro alla sarcopenia. E’ il caso di malati oncologici che, in aggiunta, subiscono anche delle modifiche metaboliche indotte dalla neoplasia e dai farmaci antineoplastici.
Si tratta di una condizione poco studiata, soprattutto perchè, se collegata all’invecchiamento, è difficilmente contrastabile. Diverso è invece il caso della sarcopenia nel malato oncologico, che può migliorare parallelamente all’innalzamento della qualità di vita del paziente.
Un importante studio italiano, condotto dalla DD Clinic Foundation in collaborazione con le università di Caserta e di Napoli, ha dimostrato come una terapia basata sul composto AHCC, un alfa-glucano di origine naturale estratto dal fungo Shiitake, è in grado di contrastare gli effetti della sarcopenia nei malati di tumore.
Descrizione e risultati dello studio
Lo studio è stato effettuato su un campione di 50 pazienti affetti da adenocarcinoma, un tumore maligno che colpisce gli epiteli ghiandolari di varie parti del corpo, dalle mammelle ai polmoni, dal colon-retto al pancreas. Il protocollo terapeutico e i consigli dietetici sono simili in tutti i casi di adenocarcinoma, indipendentemente dalla localizzazione della neoplasia, mentre i sintomi possono essere diversi, tra i quali vi è la sarcopenia. I pazienti si sono regolarmente sottoposti sia a chemioterapia che a radioterapia durante lo studio.
Oltre alle terapie classiche, i ricercatori hanno aggiunto al protocollo due elementi fondamentali, misurando a intervalli regolari la massa muscolare attiva dei pazienti, confrontandola con quella iniziale:
- la dieta, basata su cibi di origine vegetale, con una sola porzione di carne la settimana e comprendente yogurt, frutta secca e oli di origine vegetale;
- l’integrazione con AHCC ad un dosaggio di 1,5 grammi al giorno, assunto prima di dormire. Per tutta la durata dell’esperimento, dai 3 ai 6 mesi, nessuno dei pazienti ha usato altro immunostimolante al di fuori dell’AHCC.
La massa muscolare attiva misura il numero di cellule muscolari in grado di moltiplicarsi: se sono poche, la nascita di nuove cellule non riesce a compensare la perdita delle altre cellule morte, ed è proprio questo che causa la saropenia.
Il risultato dello studio è molto interessante: nell’80% dei pazienti considerati (40 su 50) la massa muscolare attiva è risultata aumentata dopo il termine del trattamento. Solo nel 20% dei pazienti non si è osservato alcun aumento della massa e, in alcuni soggetti, ne è stata osservata la diminuzione.
Questi dati sono stati comparati con quelli di altri pazienti affetti dalla medesima malattia oncologica ma che non hanno assunto l’AHCC, sottoponendosi solo alle terapie previste dal protocollo medico, e che hanno riscontrato un’evidente perdita di massa muscolare. e che hanno solo il protocollo terapeutico standard e nei quali si è registata una perdita di massa muscolare.
Se da questo studio pare evidente che l’utilizzo di AHCC aiuti a contrastare la sarcopenia nei pazienti oncologici, resta invece ancora da comprendere il meccanismo d’azione della molecola.
Secondo la ricca letteratura scientifica su AHCC, la molecola è in grado di migliorare una serie di aspetti della vita del paziente come lo stato immunitario, la competenza del midollo osseo, li funzioni epatiche ed è molto utile anche per ridurre i sintomi tipici della chemioterapia, come la nausea e il vomito. Tutte queste funzioni molto importanti potrebbero contribuire a ridurre la stanchezza e, di conseguenza, l’inutilizzo dei muscoli, contrastando la sarcopenia. Rimanendo nel campo delle ipotesi, l’AHCC potrebbe anche avere un ruolo diretto nel contrasto alla patologia, il che la renderebbe una molecola ancora più preziosa in ambito oncologico.
Per chiarire meglio questi aspetti, saranno necessari ulteriori studi, che sicuramente si ispireranno al lavoro svolto dai medici e ricercatori italiani che, per primi, hanno dimostrato l’importanza dell’AHCC per evitare la perdita di massa muscolare nei pazienti oncologici.
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