La Sindrome di Cogan è una patologia rara, di cui si conosce ancora molto poco. Dato che colpisce un numero molto limitato di persone, non sono presenti molti studi a riguardo: la malattia è anche molto difficile da curare a causa dei suoi sintomi. Per capire al meglio la Sindrome di Cogan è essenziale conoscerla, soffermandosi sulla sua patogenesi e su ciò che la medicina mette in campo oggi per combatterla: oltre alle terapie tradizionali, anche quelle naturali e nutrizionali possono offrire un supporto significativo.
La sindrome di Cogan, quali sono i sintomi che la caratterizzano
E’ soprattutto la popolazione giovanile ad essere colpita dalla sindrome di Cogan, una malattia autoimmune dai tratti molto particolari. Probabilmente alla base di questa sindrome ci sono fattori genetici, dato che si manifesta principalmente nei soggetti caucasici.
Ma come si genera esattamente? Comincia tutto con la produzione di anticorpi che inspiegabilmente – stando alle conoscenza odierne – vanno ad attaccare strutture proprie dell’organismo, come ad esempio l’orecchio interno e l’occhio. Tuttavia, la sindrome di Cogan può manifestarsi anche a carico dei vasi sanguigni, comportando quindi una vasculite.
Quando la patologia comincia a progredire, i danni provocati all’orecchio e all’occhio diventano sempre più evidenti. A quel punto cominciano ad insorgere sintomi marcati: all’occhio, ad esempio, si riscontrano dolori e fotofobia, mentre a carico dell’orecchio compaiono vertigini e incapacità di udire, o in alcuni casi vengono percepiti dei suoni, che in realtà non provengono da rumori. Oltre a questi sintomi, che sono considerati quelli più importanti e frequenti, non è raro che il paziente colpito da sindrome di Cogan presenti anche uveite, cheratite, glaucoma e vasculite: se quest’ultima va ad interessare l’aorta può insorgere anche un’insufficienza cardiaca. Più rari sono alcuni sintomi gastrointestinali e di tipo neurologico, come l’encefalite.
Come si diagnostica la sindrome di Cogan
Per diagnosticare la sindrome di Cogan ci si affida quasi completamente sulle osservazioni cliniche che vengono effettuate dal medico sulla persona che presenta una certa sintomatologia. Come prima cosa, il medico osserverà attentamente i sintomi a carico dell’occhio, che sono quelli che in genere si manifestano per primi; in seguito, verrà analizzato attentamente l’orecchio. Per completare il tutto, possono essere eseguite anche delle analisi del sangue e altre indagini per escludere altre patologie che possono presentare sintomi piuttosto simili alla sindrome di Cogan.
Qual è la terapia medica per la sindrome di Cogan
Per curare questa sindrome, le terapie più indicate sono quelle che di solito vengono utilizzate per combattere le patologie autoimmuni. Oltre al trattamento dei sintomi per migliorare il quadro generale, al paziente vengono prescritti degli immunosoppressori che vanno a ridurre l’attività dannosa del sistema immunitario. Se il danno più evidente è a carico dell’orecchio, si può ragionare su una sostituzione dell’impianto cocleare tramite intervento chirurgico. Al contrario, se la sintomatologia appare più intensa a livello vascolare, solitamente l’approccio è basato su terapie chirurgiche che supportano la funzione. In sostanza, a seconda dei sintomi presentati dalla persona colpita da sindrome di Cogan si indirizza la terapia più adatta tra le tante disponibili.
Come le terapie naturali possono aiutare nella sindrome di Cogan
Le terapie naturali possono davvero fungere da supporto per il trattamento della sindrome di Cogan? Pur non rilevando importanti studi scientifici a sostegno, le malattie a carattere autoimmune possono essere trattate anche con degli integratori che hanno come tratto peculiare proprio la presenza di proprietà immunostimolanti. Un esempio noto è l’integratore di AHCC, che stimola una parte del sistema immunitario, l’immunità aspecifica, chiamata a proteggere l’organismo.
L’integratore in questione consente di tenere ad un buon livello lo stato immunitario del soggetto, che può essere debilitato dai tanti antinfiammatori: in questo modo, è molto meno probabile che si verifichino infezioni secondarie causate da batteri e virus che vanno appunto a debilitare ulteriormente l’organismo. Inoltre, questi integratori riducono molto la presenza delle vertigini, che vengono spesso descritte come una delle situazioni maggiormente invalidanti. Va ovviamente precisato che in nessun modo i rimedi naturali possono sostituire le terapie farmacologiche classiche, ma vanno considerati semplicemente come un valido supporto da assumere sempre sotto stretta osservazione medica.
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