Protezione naturale dai danni epatici

Mar 29, 2021Nutraceutica Biolife
Protezione naturale dai danni epatici

Tra le patologie croniche più comuni vi sono quelle che riguardano il fegato. 

Il fegato è un organo molto importante, il più complesso del corpo umano, la cui attività principale consiste nel detossificare l’organismodalle sostanze dannose ingerite, modificandole e rendendole eliminabili attraverso i reni. Il delicato compito di questa ghiandola, così importante per la salute e l’equilibrio dell’intero organismo, la espone al rischio di danneggiamento dovuto ad un carico eccessivo di lavoro. Infatti, se l’assunzione quotidiana di piccole quantità di sostanze tossiche è inevitabile (anche solo attraverso il cibo) ma non particolarmente pericoloso, i soggetti che ingeriscono grosse quantità di alcool, di droga o di farmaci, rischiano di compremettere, anche in modo irreversibile, il loro fegato.

E’ il caso dei pazienti oncologici che, per guarire, devono sottoporsi a terapie che introducono nel loro organismo importanti quantitativi di farmaci. In questi casi, è consigliata l’assunzione in parallelo di un epatoprotettore, sotto forma di farmaco oppure di rimedio naturale.

Alcune molecole estratte da sostanze naturali, infatti, si sono dimostrate efficaci nella loro azione epatoprotettrice, tanto quanti i farmaci comunemente prescritti, ma sovraccaricare ulteriormente il fegato.

Lo studio che dimostra l’efficacia di AHCC sul fegato

Il danno epatico causato da ingestione di sostanze tossicche, si esplica generalmente con una perdita di funzionalità dell’organo, fino ad arrivare alla morte degli epatociti, le cellule che lo costituiscono. Naturalmente anche gli epatociti, come le altre cellule dell’organismo, non sono eterne, muoiono e vengono sostituite da quelle più giovani. Il continuo ricambio di epatociti morenti con nuovi epatociti, permette il mantenimento della salute dell’organo.

I danni al fegato, almeno quelli macroscopici ed evidenziabili nelle analisi del sangue, si verificano quando la quantità di epatociti morti supera quella delle cellule sostitute.

AHCC, una sostanza estratta dal fungo Lentinula edodes, sottoposta a rigorosi studi scientifici, si è dimostrata un efficace epatoprotettore, che non comporta effetti collaterali.

Uno degli esperimenti pre-clinici più importanti si è svolto come segue. Ai murini sono stati somministrati due farmaci chemioterapici noti per la loro azione epatotossica, la 6-mercaptopurina e il metotrexato (anche conosciuto come ametopterina). Dopo alcuni giorni sono state eseguite delle analisi ematologiche, che mostravano un aumento degli enzimi epatici circolanti. Gli enzimi epatici, che si trovano normalmente dentro le cellule (e non liberi nel sangue), fuoriescono quando le cellule muoiono, dunque in seguito da un danno epatico. I murini sono stati quindi divisi in due gruppi e ad entrambi si è continuato a somministrare il chemioterapico, ma solo ad uno dei due è stato somministrato, in aggiunta e per tutta la durata dell’esperimenti, AHCC.

Al termine del periodo di studio, le analisi sono state ripetute ed hanno evidenziato che il gruppo trattato con AHCC aveva i valori degli enzimi epatici molto più bassi rispetto al gruppo non trattato.

I risultati ottenuti sono stati interpretati dai ricercatori come la prova dell’effetto epatoprotettivo di AHCC.

Ipotesi sul meccanismo d’azione della molecola

Lo studio appena analizzato non ha indagato i meccanismi di azione di AHCC. Tuttavia, in base alla letteratura di cui disponiamo sulla molecola, è possibile formulare delle ipotesi verosimili.

Sappiamo che AHCC è in grado di nutrire le cellule del sistema immunitario, le quali proteggono gli organi, compreso il fegato, da danni di varia natura. La protezione derivante dall’assunzione di AHCC, potrebbe quindi essere di tipo indiretto e aspecifico, quindi contro tutte le sostanze che possono danneggiare il fegato.

L’assunzione di AHCC è quindi consigliata non solo per i pazienti oncologici ma anche per malati cronici di patologie che comportano danni epatici, come la fbrosi cistica, e per una migliore gestione dei casi di post-avvelenamento.

Il meccanismo con cui AHCC agisce sul fegato verrà dimostrato dagli studi futuri, ma già ora la letteratura permette di affermare che la molecola ha un’azione epatoprotettiva e che la molecola può essere assunta da tutti i pazienti che presentano un danno epatico, senza temere effetti collaterali di alcun genere.

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