La policondrite ricorrente è una malattia cronica autoimmune tra le più rare, che colpisce prevalentemente il sesso femminile e soggetti tra i 50 e i 60 anni d’età. Si caratterizza per un’infiammazione e una distruzione della cartilagine di alcune parti del corpo come articolazioni, orecchio, naso, laringe, occhio, trachea, bronchi e vasi sanguigni.
Si chiama “ricorrente” proprio perchè il paziente va incontro a riacutizzazioni periodiche che, di volta in volta, peggiorano lo stato delle strutture aggredite fino a distruggerle. I sintomi sono vari e di varia gravità: si va dalla febbre alla letargia, fino al dimagrimento anche importante. Con l’avanzare della malattia il paziente può arrivare a sviluppare anche sordità, alterazioni della vista, problemi di tipo cardiaco e all’apparato respiratorio e altri che insorgono a causa della terapia immunosoppressiva a cui si trova costretto a sottoporsi per combattere l’infiammazione.
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La diagnosi è clinica e si basa sull’osservazione di un importante stato infiammatorio a carico delle cartilagini. Probabilmente la causa dell’insorgenza della policondrite ricorrente è legata ad un malfunzionamento del sistema immunitario. La cartilagine contiene importanti quantità di collagene di tipo II, nella fase acuta della malattia osservano anticorpi verso questa molecola. Inoltre un’analisi specifica ha mostrato depositi di immunoglobuline, quindi la presenza di immunocomplessi.
L’ipotesi dell’eziologia autoimmune è sorretta anche dalla reazione dei pazienti alla terapia cortisonica e con immunosoppressori, oltre all’associazione con l’HLA-DR4.
Non è raro che i pazienti affetti da questa patologia sviluppino anche un’altra malattia autoimmune tra vasculiti, malattia di Behçe, sindrome di Sjogren, lupus, artrite reumatoide, connettivite mista, ipotiroidismo.
Non sono numerosi ma sono comunque significativi i risultati ottenuti dagli studi sulla patogenesi della policondrite ricorrente. Uno studio ha dosato i livelli ematici di citochine in pazienti sani e in un gruppo di pazienti malati, osservando un innalzamento delle citochine MCP-1, MIP-1beta e IL-8 erano molto più alte rispetto ai controlli nel sangue dei soggetti affetti da policondrite ricorrente. Si tratta di molecole proteiche che agiscono come proinfiammatori che crescono per attivare monociti, macrofagi e neutrofili.
La policondrite ricorrente è una malattia molto grave, che necessita di essere trattata con protocolli clinici a base di farmaci immunosoppressori che purtroppo comportano parallelamente l’insorgenza di diversi effetti collaterali, per questo la medicina sempre più si sta rivolgendo alla medicina naturale, che dispone di molecole coadiuvanti dei farmaci.
Alcune di esse come l’AHCC sono immunostimolanti sicure e altamente tollerabili dai pazienti. L’alto contenuto di alfa e beta glucani permette di modulare la risposta immunitaria dell’organismo agendo su infezione, infiammazione e cancro. La composizione di AHCC in lunghe catene glucidiche permette la regolazione, il reclutamento e l’attività di killing dei linfociti Natural Killer, cellule immunitarie altamente specializzate in grado di secernere citochine e chemochine.
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I beta glucani che caratterizzano la struttura molecolare di AHCC sono noti anche per riuscire a stimolare il sistema immunitario riducendo i livelli di colesterolo, migliorando il metabolismo glucidico e diminuendo la tossicità intestinale. Anche il potenziamento generale dell’attività antivirale è una proprietà dei beta glucani. L’AHCC viene assorbito facilmente dall’intestino tenue ed entra in circolo tramite il sangue che la trasporta verso gli organi e i tessuti bersaglio. Qui i glucani interagiscono con le cellule immunitarie e riducono l’azione eccessiva di un sistema immunitario sovrastimolato, oppure la potenziano se essa è troppo blanda.
AHCC è una molecola molto conosciuta in medicina e vanta decine di pubblicazioni illustri che suggeriscono i benefici della sua assunzione in particolare in soggetti oncologici e malati cronici, come nel caso della policondrite recidivante. Si è inoltre dimostrata efficace nel trattamento del diabete di tipo I e delle MICI, malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di Chron e la colite ulcerosa.
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I malati cronici solitamente seguono una terapia antinfiammatoria e cortisonica per tenere sotto controllo i sintomi invalidanti della malattia, per questo, nonostante AHCC sia una molecola molto sicura e priva di effetti collaterali, è sempre bene rivolgersi al proprio medico curante prima di intraprendere una terapia coadiuvante.
Certamente AHCC, con il suo contenuto di vitamine, terpeni, minerali, glucani e aminoacidi essenziali, è una molecola immunostimolante, molto utile nel trattamento della policondrite recidivante, per la quale al momento non esiste una cura risolutiva.
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