La melatonina nei pazienti oncologici

Apr 19, 2021Nutraceutica Biolife
La melatonina nei pazienti oncologici

La melatonina è nota per le sue capacità di “stimolare” il sonno e regolare il ciclo giorno-veglia. Si tratta di una molecola naturale che il nostro cervello, e precisamente la zona denominata epifisi, produce costantemente, ma che si può estrarre anche dalle piante. Per le sue straordinarie capacità, la melatonina è da sempre oggetto di studi molto approfonditi, dato che oltre al sonno questa molecola naturale sembra giocare un ruolo decisivo anche nel trattamento delle neoplasie.

Tuttavia, questo beneficio non può essere tradotto come soluzione alternativa alle terapie oncologiche. La melatonina può essere utile, ma di certo non è un’efficace terapia per combattere e sconfiggere il cancro. Se usata da sola, non potrà portare alla guarigione, pertanto è bene non scambiare la melatonina per un sostanza che ha effetto diretto sulla neoplasia. Detto questo, essa ha alcune peculiarità interessanti che è bene approfondire.

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La funzione della melatonina nel cancro

Come accennato in precedenza, la melatonina è una sostanza capace di indurre il sonno: quando interviene con questa modalità, va a modificare anche alcuni meccanismi fisiologici. Stando a recenti studi, sembra che ci siano alcune cellule non ancora scoperte che “subiscono” l’effetto della melatonina, grazie a dei recettori specifici. In realtà, un recettore specifico delle cellule del cancro su cui la melatonina avrebbe effetto è già stato individuato in uno studio di 8 anni fa: stiamo parlando dell’MDM2, che interviene sulle cellule cancerogene non appena viene stimolato dalla molecola naturale. Il risultato è che le difese delle cellule della neoplasia si abbassano inesorabilmente.

Questo effetto, definito “pro-apoptotico”, non stupisce troppo chi studia attentamente gli effetti dei recettori sulle cellule. Alcune di queste, infatti, sono portate all’autodistruzione proprio per effetto di questi recettori: un esempio classico è quello dei denti da latte dei bambini, che arrivati ad una certa età, cadono da soli. Il distacco del dente dalla gengive avviene semplicemente perchè le cellule che mantenevano il legame sono morte. Una situazione molto simile avviene nelle donne durante il ciclo, ovvero l’ovulazione femminile a cadenza mensile: gli stimoli ormonali portano all’autodistruzione delle cellule che circondano il follicolo ovarico. E’ proprio a quel punto che il follicolo cade nelle tube.

In sostanza la melatonina agisce proprio in questi termini e con queste modalità, ovvero favorendo l’autodistruzione della cellula tumorale e l’arrestarsi del cancro. Tuttavia, questa spiegazione è fin troppo semplicistica e non basta a garantire che la melatonina vada davvero a bloccare la neoplasia: le cellule cancerogene sono ovviamente alterate rispetto a quelle normali, e non sono controllate dall’organismo. La loro proliferazione senza controllo impedisce di considerare la melatonina fortemente efficace, ma al tempo stesso questa sostanza può fornire un valido aiuto alle terapie tradizionali perchè contribuisce a rendere più deboli le difese delle cellule neoplastiche. 

Ci sono dei tumori in cui la melatonina è più efficace rispetto ad altri? Al momento questo aspetto non è molto chiaro, in quanto l’effetto della molecola naturale è stato studiato solo su una linea di cellule tumorali. Quel che appare certo è che la melatonina deve essere assunta costantemente per poter rappresentare un sostegno significativo all’attività dei farmaci chemioterapici.

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L’effetto combinato di melatonina e la vitamina D3

Come si può aumentare l’efficacia della melatonina? Ad esempio accompagnando l’assunzione di questa sostanza con la vitamina D3, ovvero il colecalciferolo, che riesce a interagire molto bene con la melatonina, incrementando gli effetti benefici di quest’ultima. Per questo viene caldamente consigliata l’assunzione di questi due integratori in contemporanea, sempre tenendo bene a mente che si tratta solo di un aiuto, e non di un approccio sostitutivo alle terapie tradizionali.

Come deve essere assunta la melatonina per ottenere un effetto potenziato

La melatonina resta in circolo nel nostro organismo per alcune ore, dopodichè scompare. La sua assunzione deve sempre tenere conto del ciclo sonno-veglia per risultare più efficace e per ottenere un effetto aumentato. Sebbene il rispetto di questi fattori non vada a determinare cambiamenti enormi, va da sé che per combattere il cancro c’è bisogno di una terapia combinata in cui ogni farmaco e ogni integratore vengano assunti al momento giusto e nelle quantità corrette. Ecco perchè si consiglia di assumere la melatonina di sera, poco prima di dormire, per far sì che l’effetto immuno-stimolante raggiunga il suo massimo.

In alternativa, alcuni medici ritengono più opportuno che la molecola naturale venga assunta prima di iniziare la terapia chemioterapica, proprio per favorire l’incidenza dell’azione di autodistruzione sulla cellula neoplastica.

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