Nel panorama odontoiatrico, una delle problematiche che si presenta più spesso è certamente la carie dentale, che va a colpire soprattutto i bambini. Ma cos’è esattamente la carie? Per spiegare la natura di questa lesione, è necessario prima precisare perchè si verifica. In sostanza, gli strati superficiali del dente , come lo smalto e la dentina, subiscono una corrosione in presenza di una proliferazione eccessiva di microrganismi: quando la corrosione arriva a livelli importanti, ecco che si ha a che fare con la carie. A questo punto, è bene chiarire cosa può provocare un eccesso di microrganismi nella cavità orale. Molto spesso, sono situazioni determinate da una scorretta (o addirittura quasi assente) igiene orale. Quando il cibo non viene accuratamente rimosso dalle aree che fanno riferimento agli elementi dentari, ecco che i batteri si addensano per cibarsi proprio di questi residui, scatenando la lesione.
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Perchè i soggetti più colpiti sono i bambini? La risposta è molto semplice. I piccini, infatti, consumano una discreta quantità di dolciumi, ricchi di zuccheri, che sono l’alimento più gradito dai batteri. Ma questo sovraccumulo di dolci è facilmente riscontrabile anche nelle persone adulte: la soluzione ideale è sempre quella di correggere il proprio regime alimentare, riducendo adeguatamente il consumo di zuccheri e impedendo così ai batteri di proliferare nella cavità orale. Tuttavia, in alcuni casi, anche limitare i dolciumi può non bastare per prevenire l’esordio di carie dentali: a quel punto, il soggetto dovrà considerare altre modalità, dato che una lesione troppo profonda può comportare anche la rimozione del dente.
Una delle soluzioni più interessanti, che sta riscuotendo un certo consenso negli ultimi tempi, è certamente quella del fungo Shiitake, un alimento naturale che possiede delle proprietà anticarie davvero molto efficaci. Il fungo Shiitake (il cui nome latinom è Lentinus edodes, flussuoso e commestibile, ndr) è particolarmente conosciuto nell’Est del Mondo, dato che è spesso utilizzato come ingrediente della cucina orientale. Da questo alimento naturale è possibile ricavare la molecola AHCC, capace di intervenire sulla carie dentale con risultati piuttosto soddisfacenti.
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La presenza di batteri nella bocca non è un fatto eccezionale, tutt’altro. Si tratta di una situazione normalissima, compresa la presenza di batteri patogeni che sono potenzialmente portatori di malattie. Per questo è opportuno non favorire la loro proliferazione, provvedendo ad un’igiene orale accurata e dettagliata e impedire ai batteri di “alimentarsi”, aumentare di numero e provocare lesioni anche profonde. Quando non si interviene per curare la carie e la stessa arriva ad un livello da “allarme rosso”, ecco che la persona colpita comincerà ad avvertire un dolore molto forte, che crescerà con il passare dei giorni, fino a trasformarsi in pulpite.
Igiene orale non adeguata, lesione non curata subito e presenza abnorme di batteri sono i tre fattori che fanno sì che la carie diventi davvero invalidante: a tutto questo può aggiungersi anche una fragilità dell’elemento dentario, che può essere particolarmente predisposto alla “malattia”. Generalmente il primo prodotto che si utilizza in presenza di una carie dentale è il collutorio, che è un eccellente disinfettantein grado di azzerare la carica batterica. Per impedire che si verifichi nuovamente un proliferare di batteri, invece, l’uso di alimenti naturali è indicatissimo.
Il fungo Shiitake è a tutti gli effetti una scelta azzeccata, dato che è un alimento naturale che possiede una straordinaria attività antibatterica che va a colpire proprio quei batteri che “attaccano” l’elemento dentario e causano la lesione. Le carie dentali sono infatti determinate principalmente da due tipologie di Streptococcus: si tratta degli Streptococcus mutans e degli Streptococcus sobrinus, batteri molto difficili da estirpare con il solo utilizzo del collutorio. Contro questi microrganismi così resistenti, il fungo Shiitake può rivelarsi decisivo: la sua azione, infatti, è mirata ai batteri patogeni, ai quali viene impedita la proliferazione tramite l’inibizione selettiva.
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L’assunzione di questo fungo dalle proprietà così eccezionali avviene tramite la semplice masticazione, da praticare anche di frequente, se viene accertata la presenza di una carie dentale. Va precisato che il fungo Shiitake può intervenire con estrema efficacia solo se la lesione provocata dai batteri patogeni non ha raggiunto livelli troppo alti: se il soggetto colpito presenta già un’importante degenerazione del tessuto dentale, è evidente che qualsiasi alimento naturale non basta più e serve invece predisporre un intervento odontoiatrico, dove si andrà a inserire un tessuto artificiale. Pertanto è bene ribadire per l’ennesima volta l’importanza di una corretta azione di prevenzione, da praticare principalmente con la dovuta igiene orale e un adeguato regime alimentare: in questa fase il fungo Shiitake diventa un aiuto importantissimo e un’arma decisiva per impedire ai batteri patogeni di “scorrazzare” liberamente nella nostra bocca e di provocare lesioni.
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