Cancro alla vescica e studi sul cromosoma Y, nuove possibili cure

Jun 30, 2023Nutraceutica Biolife
Cancro alla vescica e studi sul cromosoma Y, nuove possibili cure

Uno studio del Cedars-Sinai Cancer (in California) stabilisce, per la prima volta, un legame tra l’attività del sistema immunitario e la perdita del cromosoma Y. Sembra che l’invecchiamento favorisca la perdita del cromosoma maschile, favorendo lo sviluppo del cancro alla vescica, ovvero ostacolando la capacità dell’organismo di contrastare le cellule tumorali.

La nuova scoperta e le nuove cure

In ogni caso, nelle persone in età avanzata, questo tipo di tumore, già piuttosto frequente, potrebbe essere curato (proprio per via del nesso con il cromosoma Y) con un trattamento che si basa su farmaci inibitori del checkpoint immunitario.

Si tratterebbe di una terapia personalizzata, per i pazienti maschi colpiti dal cancro alla vescica. La perdita del cromosoma Y spalanca le porte al tumore alla vescica, perché consente alle cellule malate di aggirare il sistema immunitario, sviluppandosi in modo veloce.

Perdita del cromosoma Y e malattie correlate

Il tumore alla vescica non è l’unica malattia che un’anomalia cromosomica, dovuta anche all’età (ma non solo) favorirebbe, secondo questa e altre ricerche scientifiche. Il cromosoma Y presente negli uomini si associa (in un contesto di degradazione o meglio perdita) all’Alzheimer, ad alcune patologie cardiache e a determinate malattie oncologiche.

I dettagli della ricerca del Cedars-Sinai Cancer

Le donne possiedono nel loro corredo genetico due cromosomi sessuali per ogni cellula; si tratta di due X, mentre per gli uomini i cromosomi sono X e Y. Lo studio ha confrontato i risultati relativi a due gruppi di pazienti, quelli con tumore alla vescica e perdita del cromosoma Y e quelli con la stessa malattia, perdita del cromosoma e terapia a base di inibitori del checkpoint immunitario. Il secondo gruppo di pazienti ha reagito molto meglio del primo.

Quindi l’impiego dei farmaci suddetti determina prognosi migliori di quelle che seguono ad asportazione del tumore, senza l’ausilio di quel genere di molecole. I ricercatori hanno inoltre messo in evidenza che una degradazione quantitativa dei cromosomi Y influisce negativamente sui linfociti T, le cellule che aiutano l’organismo a difendersi dalle malattie, a contrastare la proliferazione di cellule maligne. La terapia con inibitori del checkpoint immunitario favorisce invece un ripristino delle difese dell’organismo, ovvero protegge i linfociti T, conservandone le principali funzioni. I tumori alla prostata sono anche più aggressivi nelle persone che rivelano una perdita del cromosoma Y.

Il cancro alla vescica

La diagnosi arriva generalmente dopo i 70 anni; l’età avanzata è un fattore di rischio, gli uomini sono maggiormente colpiti dalla neoplasia. Si tratta di un’evoluzione in senso maligno delle cellule che rivestono la parete interna della vescica. L’urina che i reni filtrano finisce nella vescica, per poi essere eliminata.

I principali fattori di rischio del cancro alla vescica

  • Il fumo
  • L’età avanzata
  • L’esposizione a determinate sostanze chimiche e a specifici materiali (benzene, vernici, coloranti, gomme, cuoio)

Quando rivolgersi al medico

È bene non sottovalutare mai i segnali che il corpo invia. In presenza quindi di sangue nelle urine o di minzione frequente o dolorosa/difficoltosa è importante comunicare tali sintomi al medico che deciderà, eventualmente, di prescrivere esami di approfondimento. Anche le infezioni frequenti possono essere un segnale d’allarme. In genere i primi esami vengono seguiti da TAC, RMN e scintigrafia ossea.

Cure e terapie

Non esiste un'unica via per trattare questo tumore. Sono gli specialisti a decidere quale sia il trattamento da preferire sulla base dell’età del paziente, delle sue condizioni fisiche, della stadiazione del tumore. Tra le opzioni: la chirurgia; la chemioterapia, la terapia biologica e l’immunoterapia.

Il tumore della vescica può diffondersi localmente e a distanza per via linfatica, dapprima ai linfonodi e successivamente, attraverso il circolo sanguigno, ai polmoni, al fegato e alle ossa. Non sempre il suo comportamento è prevedibile per quanto riguarda le ricadute, l'aggressività e le metastasi.

Come prevenire la malattia

Una dieta sana, una vita equilibrata e l’eliminazione del fumo, come di altri fattori di rischio aiutano a tenere lontana la possibilità di sviluppare un tumore alla vescica. Il sistema immunitario riceve inoltre un notevole beneficio dall’attività fisica regolarmente praticata e da un’alimentazione ricca di proteine vegetali e sostanze antiossidanti.

Per tenere in forma il sistema immunitario si può decidere di ricorrere a un supporto del tutto naturale, in grado di sostenere e preservare le sue attività. Soprattutto se inserito in una dieta equilibrata e in una vita dinamica, sana.

A cosa serve l’integratore NKlife AHCC

Il composto AHCC svolge un’attività immunostimolante e immunomodulante; la sua assunzione potrebbe quindi favorire un miglioramento delle difese immunitarie vescicali.

In ogni caso assumere AHCC  contribuisce a far crescere le difese contro tutti quei batteri presenti nella vescica, per esempio in caso di cistite e cistite interstiziale. AHCC  non ha particolari effetti collaterali e rafforza le difese immunitarie nelle persone sane, così come in quelle affette da patologie. Gli integratori a base di AHCC  supportano i farmaci eventualmente impiegati per la cura delle più svariate malattie, anche a carico della vescica. L’associazione con i farmaci non è controindicata. L’assunzione di AHCC  va, in ogni caso, comunicata sempre al medico di riferimento, anche in assenza di patologie.

Fonti: Agi; Istituto Nazionale Tumori; Airc; Adnkronos.

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