Si definisce dolore cronico un dolore che persiste per oltre 3 mesi dalla guarigione della patologia o della ferita che l’ha causato oppure semplicemente dalla sua comparsa, qualora non fosse collegato ad un evento patologico o traumatico specifico.
I pazienti affetti da dolore cronico sperimentano un netto peggioramento della loro qualità di vita. Si tratta di un fenomeno reso possibile da una serie di meccanismi di auto-mantenimento che alimentano la stimolazione dei recettori del dolore anche in assenza di motivazione.
Il dolore cronico è causa di numerosi e gravi danni psicologici e alla vita relazionale del soggetto che ne è colpito. Il trattamento di questa che ormai è riconosciuta come malattia vera e propria è multimodale e comprende una terapia farmacologica, una di supporto psicologico e l’uso di integratori alimentari come quelli a base di curcuma che supportano i farmaci che agiscono direttamente sul sintomo principale, il dolore, appunto.
Si tratta di una vera e propria emergenza, in quanto si stiama che il 20% della popolazione ne soffra e, dunque, esso viene considerato un problema di salute pubblica sul quale intervenire in maniera efficace.
Il dolore cronico può essere di vario tipo, in base alla causa scatenante. Vi è il dolore cronico oncologico, quello legato a patologie reumatiche come la fibromialgia, l’artrite reumatoide e l’osteoartrosi oppure a lesioni dei nervi e ai danni muscolari.
Viene definito nocicettivo il dolore cronico legato ad un danno tissutale come nel caso dell’osteoartrite mentre si chiama neuropatico se legato ad una disfunzione del sistema nervoso (es nevralgia).
La scelta della terapia si basa in prima istanza su questa distinzione tra dolore nocicettivo e neuropatico. Nel primo caso i protocolli clinici prevedono la somministrazione di FANS mentre nel secondo caso gli antifiammatori non danno risultati apprezzabili, mentre vengono utilizzati alcuni antidepressivi e antiepilettici.
Gli antinfiammatori, a fronte di modesti risultati, comportano l’insorgenza di numerosi effetti indesiderati a lungo termine come gastrolesività, ulcere, dispepsia, emorragie.
Anche i farmaci normalmente utilizzati nel trattamento del dolore neuropatico hanno un’efficacia contenuta: numerosi soggetti non rispondono ai trattamenti e il loro caso richiede l’assunzione di una combinazione di diversi principi attivi. In generale, il trattamento del dolore cronico è molto complessa, tanto che si registra addirittura un 40% di casi di fallimento terapeutico.
Molecole naturali come la curcuma (Curcuma Longa) possono supportare le terapie farmacologiche nel trattamento del dolore cronico grazie al loro potere antinfiammatorio. Diversi sono gli studi scientifici che ne hanno dimostrato caratteristiche, potenziale terapeutico, meccanismi d’azione e biosicurezza. La curcuma, e in particolare la curcumina, ovvero la sua molecola più biologicamente attiva, regola negativamente la ciclossigenasi (COX-2) coinvolta nella genesi dell’infiammazione, il che la rende particolarmente utilizzata nell’artrosi e nell’artrite reumatoide.
L’assunzione di curcuma tramite integratore non garantisce automaticamente che il principio attivo venga assorbito dall’organismo perchè la maggior parte della curcumina viene metabolizzata ed eliminata. Per questo motivo l’azienda Internazionale Biolife ha studiato e messo in commercio un integratore in sciroppo, Biolife Curcumin Plus, con curcuminoidi titolati al 35% in cui la curcumina è resa più biodisponibile e idrofila, con conseguente aumento del tempo di permanenza del principio attivo nei tessuti.
E’ stata condotta una metanalisi sulle linee guida internazionali PRISMA che ha analizzato il ruolo degli integratori di curcumina rispetto al dolore cronico. Gi studi, randomizzati a doppio cieco, erano finalizzati alla misurazione del dolore provato dal paziente secondo una Scala Visiva Analogica a seguito della somministrazione di 200-3000 mg al giorno di curcumina e di placebo in pazienti affetti da artrite dolori cronici da malattie organiche, dismenorrea primaria e convalescenti post intervento chirurgico. A differenza dei pazienti appartenenti al gruppo di controllo, quelli che avevano assunto la curcumina hanno riportato una riduzione significativa delle sensazioni dolorose.
La curcumina agisce inibendo selettivamente la COX-2, coinvolta nella risposta infiammatoria e presente in abbondanza in alcuni tipi di tumore, per la quale sono efficaci antinfiammatori di ultima generazione chiamati coxib. La curcumina, da alcuni studi specifici, si è dimostrata una molecola in grado di avere un effetto antinocicettivo sul dolore neuropatico con diminuzione significativa delle sensazioni dolorose.
Il dolore cronico, per la medicina, sotto molti aspetti, è un mistero, così come sconosciuto è anche il meccanismo d’azione della curcumina.
Fatto sta che si stanno moltiplicando gli studi che indicano in questa sostanza un rimedio naturale in grado di coadiuvare il trattamento farmacologico ancora poco specifico, che viene impiegato nei protocolli clinici per il dolore cronico. In particolare, alcuni studi hanno indagato la capacità della curcumina di inibire molecole implicate nella genesi del processo flogistico come la proteina p300/CBP, la COX-2 e la proteina istone-acetiltransferasi (HAT). La somministrazione per 7 giorni della curcumina ha portato ad uno diminuzione dell’iperalgesia e dell’espressione delle proteine p300/CBP, HAT, nonchè la sintesi di COX-2 nel midollo spinale.
Il ruolo terapeutico della curcumina nei casi di dolore neuropatico si spiega con la regolazione dell’espressione dei geni pro-infiammatori. Biolife Curcumin Plus, proprio grazie alla sua formulazione altamente biodisponibile e senza la piperina, molecola spesso presente in questi integratori ma che ha effetti pro-infiammatori, è un ottimo coadiuvante nel trattamento del dolore cronico noicettivo e neuropatico, grazie alla sua capacità di inibire la sintesi di molecole pro-infiammatorie senza causare effetti collateriali significativi.
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