Assumere vitamina D può prevenire l’insorgenza di malattie croniche extrascheletriche?

Apr 28, 2021Nutraceutica Biolife
Assumere vitamina D può prevenire l’insorgenza di malattie croniche extrascheletriche?

L’assunzione di un buon integratore di vitamina D è utile per migliorare il funzionamento del sistema immunitarioper mantenere le ossa in salute e conservare il corretto metabolismo minerale. La vitamina D ha importanti effetti antinfiammatori, antitumorali e aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari.

Oltre ad essere coinvolta nella formazione dello scheletro e nella deposizione del calcio all’interno delle ossa, è fondamentale per assicurare il corretto funzionamento di alcuni organi e processi metabolici. Un deficit di questa importantissima vitamina potrebbe contribuire all’insorgenza di malattie croniche extrascheletriche anche gravi.

Numerose sono infatti le patologie autoimmuni e quelle del sistema nervoso nelle quali la vitamina D gioca un ruolo di primaria importanza. Molti pazienti affetti da artrite reumatoide, sclerosi multipla e alcune forme tumorali sono accomunati da una carenza di vitamina D. Si tratta di un deficit molto comune tra gli anziani e le donne in menopausa ma, anche a causa del lavoro sedentario, ne sono affetti moltissimi italiani non appartenenti a queste due categorie a rischio. Non si tratta di una vitamina che può essere assunta tramite l’alimentazione, come molte altre, essa viene sintetizzata dalla pelle quando quest’ultima viene esposta ai raggi solari.

recettori della vitamina D sono presenti in numerosi tessuti e pare che essa sia implicata nella trascrizione di numerosi geni. Un esempio riguarda le malattie cardiocircolatorie, infatti i pazienti ipertesi sono spesso carenti di vitamina D, per questo si può affermare che è probabile che bassi livelli di questa vitamina siano un fattore di rischio cardiovascolare. Il rischio di infarto, in pazienti ipertesi con bassi livelli sierici di vitamina D, raddoppia, così come aumenta di 3-5 volte il rischio di morte per problemi cardiaci. Dunque per pazienti che hanno familiarità per le patologie cardiocircolatorie oppure presentano uno o più fattori di rischio, è consigliabile l’assunzione di un integratore di vitamina D3.

Vi sono poi degli studi che dimostrano una correlazione tra vitamina D e malattie neuromuscolari e neurodegenerative. Nel morbo di Parkinson, ad esempio, i pazienti presentano spesso un deficit di vitamina D, così come nella sclerosi multipla, nella miastenia gravis, nel morbo di Chron e nella fibromialgia.

Sembrano quindi numerosi i processi in cui è coinvolta la vitamina D, ben al di là della mineralizzaizone ossea e del metabolismo endocrino e paracrino. Gli scienziati dovranno però indagare ancora a lungo prima di poter affermare con assoluta certezza che l’assunzione di vitamina D può prevenire le malattie croniche extrascheletriche. Mancano evidenze del rapporto causa-effetto. I risultati finora ottenuti sono incoraggianti ma non sufficienti.

In Italia il problema della carenza di vitamina D nelle popolazione sta assumendo dimensioni considerevoli. Considerato il profilo di sicurezza dell’integratore, una supplementazione specialmente in età senile e in pazienti con alto rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e neurodegenerative, è altamente consigliata.

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