È fondamentale ‘alimentare’ il corpo umano con i micronutrienti. Non apportano calorie in maniera significativa, ma una loro carenza può avere serie conseguenze, scatenando malattie e disagi. Si chiamano micronutrienti ma sono comunemente noti con i termini ‘vitamine’ e ‘sali minerali’.
Sono definiti micro e non macro perché non si tratta di sostanze ad alto contenuto nutrizionale, a differenza dei macronutrienti, che invece devono essere presenti nell’organismo in dosi maggiori rispetto alle vitamine e ai sali. Un regime alimentare vario favorisce il giusto apporto di micronutrienti.
Ci soffermiamo, questa volta, sulle vitamine D e K, indispensabili (come le altre) perché l’organismo umano resti in una condizione di sano equilibrio. Le carenze sono sempre da scongiurare.
A cosa serve la vitamina D
La vitamina D è un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da cinque diverse vitamine: D1; D2; D3; D4 e D5. L’ergocalciferolo (D2) e il colecalciferolo (D3) rendono possibili molte funzioni dell’organismo. La D2 ha origine vegetale, mentre la D3 (la più attiva) deriva dal colesterolo. Per la produzione di vitamina D, gli organismi umani hanno bisogno dell’esposizione al sole. Avere una dieta equilibrata aiuta a conservare sufficienti scorte di vitamina D.
Tra gli alimenti che la contengono: l’olio di fegato di merluzzo, il salmone, lo sgombro, il pesce spada, il tonno, il tuorlo d’uovo, alcune varietà di funghi, il latte, i cereali e i legumi.
A cosa serve la Vitamina K
Senza la vitamina K, i processi di coagulazione del sangue e di cicatrizzazione dei tessuti non sarebbero possibili. Grazie alla vitamina K viene attivato un enzima che favorisce la sintesi di una serie di proteine indispensabili per la coagulazione del sangue.
Si tratta quindi di un micronutriente indispensabile per la circolazione, in particolare evita la formazione di calcificazioni nei vasi e della placca aterosclerotica. È evidente che se reagiamo a traumi o ferite senza avere emorragie copiose, lo dobbiamo alla vitamina K. Il calcio migra verso le ossa, per attività della vitamina K, rendendole più forti. La K si distingue in K1 e K2: la prima viene assorbita con l’alimentazione, la seconda viene prodotta dall’organismo.
In quali alimenti trovare la Vitamina K
- Vedure a foglia verde
- Legumi
- Frutta
- Nella carne, in minori quantità
L’organismo è in grado di assorbire la K2 in maniera quasi totale, mentre della K1 viene assimilato soltanto il 10%.
Come colmare le carenze dei due micronutrienti
Possono verificarsi carenze dei due micronutrienti. Per colmarle è necessario correggere evidentemente la dieta, con alimenti ad elevato contenuto di vitamina D3 e K2. A volte però, nutrirsi bene può non bastare. Altri fattori, come l’insorgere di alcune malattie, determinano carenze che vanno assolutamente colmate con l’assunzione di integratori naturali. Prodotti che nascono dalla ricerca nutraceutica, come Biolife Vitamin D3+K2 VEGAN in gocce. Servono a rendere più efficiente il sistema immunitario, a sostenere le ossa e i muscoli.
Quali sono i vantaggi di Biolife Vitamin D3+K2 Vegan rispetto agli integratori tradizionali
- Si tratta di gocce ad alto dosaggio
- L’integratore è totalmente vegetale
- Non contenendo elementi di derivazione animale, è adatto dunque anche a vegetariani e vegani
- La vitamina D3 fa crescere l’assorbimento di calcio a livello intestinale
- La composizione del prodotto, che comprende la vitamina K, è realizzata in modo che la D3 possa fissarsi nelle ossa e non essere immagazzinata nei tessuti molli
- Biolife Vitamin D3+K2 Vegan modula la reazione infiammatoria
- Migliora il sistema immunitario e, in particolare, l’immunità specifica
I sintomi dovuti alla carenza di Vitamina D
- Debolezza
- Fragilità delle ossa
- Osteoporosi
- Dolori articolari e muscolari
A proposito di sindromi dolorose…
Percorso per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante
La fibromialgia si avvia a essere riconosciuta come malattia invalidante. Abbiamo tracciato il profilo di questa patologia attraverso alcuni dei nostri contenuti. Si tratta di una malattia che non ha riscontri a livello organico e per questa ragione di difficile diagnosi. Esiste un disegno di legge presentato anche alla Commissione Salute del Senato. L’obiettivo di questa proposta è il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante. Attualmente non è inserita nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza); per questa ragione chi ne è colpito deve sobbarcarsi totalmente i costi delle terapie.
Cosa sono esattamente i livelli essenziali di assistenza (LEA)
Sono, in altre parole, i rimborsi che lo Stato riconosce ai cittadini che si ammalano; farmaci e servizi offerti in modo del tutto gratuito o per i quali la spesa è solo parzialmente a carico del paziente. Quando la legge sarà stata approvata, anche i pazienti fibromialgici avranno diritto all’esenzione dalla spesa sanitaria.
Integratori che possono supportare le cure per la fibromialgia
Per potenziare muscoli e ossa, tra i distretti maggiormente colpiti da malattie come la fibromialgia, un integratore come Biolife Vitamin D3 + K2 Vegan può essere utilissimo. Spesso i portatori di patologie croniche e dolorose sono esclusi dal mondo dello studio, non trovano lavoro facilmente e subiscono diverse altre tipologie di discriminazione.
La fibromialgia e il dolore cronico in numeri
Secondo il Comitato Fibromialgici Uniti Italia, nel nostro Paese vi è una prevalenza di dolore cronico rispetto al dolore correlato ad altre patologie, si registra una percentuale di 21,7%, che corrisponde a circa 13 milioni di abitanti. Una cifra enorme, considerata la popolazione totale italiana. Il 41% dei pazienti con dolore cronico dichiara di non aver ricevuto un sostegno adeguato e cinquecentomila hanno una forma grave e invalidante di fibromialgia.
In occasione della Giornata mondiale della malattia (tenutasi nei giorni scorsi) che provoca dolori e stanchezza, è stata ribadita la necessità di provvedere, a livello istituzionale, a disegnare percorsi di sostegno per i pazienti, attualmente discriminati.
In ogni caso, un integratore può fare moltissimo, sostenendo quotidianamente il paziente, che naturalmente deve seguire una specifica terapia, stabilita dallo specialista (in genere il reumatologo, con il supporto di altri professionisti).
Fonti: Ansa; la Repubblica; AskaNews; MSD; Istituto Superiore di Sanità; CFU
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